L’incredibile storia di Marrazzo che non credeva ai fantasmi

Ciao a tutti.

Vorrei dedicare il primo post di questo Blog al mio libro L’incredibile storia di Marrazzo che non credeva ai fantasmi.

Ecco la copertina.

Bella, vero? È opera del bravissimo Luciano Lux Gaudino

La trama è la seguente.

Marrazzo ha un lavoro e una vita così e così. Senza grandi slanci i giorni passano tutti uguali, il tempo avanza, e lui lo lascia andare indifferente. Palestra, giochi elettronici, donne: le piccole soddisfazioni non mancano. Ma a trentadue anni un uomo non dovrebbe volere di più? Marrazzo sembra chiederselo in ogni momento pur non facendolo mai esplicitamente, del resto lui non crede ai fantasmi. Nicoletta invece ci crede eccome, la sua vita ne è sempre stata condizionata, soprattutto da che il piccolo Marcello è entrato a farne parte. Anche lei ha un lavoro così e così e qualche piccola soddisfazione: la mountain-bike, i vestiti, le borse. Qualche ossessione di troppo e una vera e propria idiosincrasia per gli sprechi. Lei, però, dai suoi trentacinque anni vorrebbe molto di più. Vista così, L’incredibile storia di Marrazzo che non credeva ai fantasmi potrebbe apparire come una delle tante storie d’amore tra due persone che a un certo punto si incontrano più o meno casualmente, e in effetti in parte lo è, se non fosse che come per tutte le storie incredibili, l’amore ha solo un ruolo marginale, e i fantasmi sono i veri protagonisti. Case infestate, inseguimenti di babbi natali, animali che si comportano come uomini e viceversa: fantasia e realtà si intrecciano davanti agli occhi stupiti di Marrazzo, suo malgrado. Tutto per il desiderio di vendetta di un presunto fantasma che senza troppa esperienza detta le regole del gioco? Forse, oppure, come direbbe il sottotenente dei carabinieri Ferroggiaro al carabiniere scelto Martini: “C’è un uomo in obitorio che ancora non ha un nome, tutto il resto è irrilevante”. E ne L’incredibile storia di Marrazzo che non credeva ai fantasmi, in effetti, un uomo senza nome nell’obitorio c’è, ma chi può dire se tutto il resto è effettivamente irrilevante?

Il libro è edito dalla LFA Publisher, ed è disponibile sia nel formato cartaceo (anche se non è semplicissimo da trovare, bisogna ordinarlo in libreria o cercarlo su Internet) sia nel formato digitale su tutti gli Store (Kindle, Kobo, IBS).

Se titolo, trama e copertina vi hanno incuriosito per farvi un’idea del libro potete ascoltarne l’incipit grazie alla bellissima voce di Rosanna Lia del blog La Narratrice Di Sogni – Blog letterario.

Vediamo qualcosa sull’autore, cioè su di me (lascio parlare la copertina che è meglio).

E ora veniamo alla recensione.

Un momento, però! Non posso mica farla io. Si tratta del mio libro, non sarebbe corretto. Cioè, per potere… potrei eccome. Basterebbe creare un account finto, mettermi un nome fittizio, qualcosa del tipo Mario Bianchi, o Paola Rossi. E poi votare i miei libri con 1000 stelle, elogiando ogni mia singola parola.

Potrei e, magari, l’ho anche già fatto, come tanti nel sottobosco. Questa volta però preferisco attingere dal materiale di chi, una recensione al mio libro, l’ha fatta veramente.

Comincio con una segnalazione, la prima pubblicata. Era opera di Simona, blogger de I libri di Momo (che, però, da quest’anno ha smesso di “esercitare”, purtroppo per noi).

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[…] proprio ieri ho scoperto un’opera molto interessante che vorrei condividere con voi. Si tratta di L’incredibile storia di Marrazzo che non credeva ai fantasmi romanzo Paranormal Romance dello scrittore per diletto Daniele Naselli. Avrò occasione di leggere quest’opera nei prossimi mesi, ma in attesa di potervene parlare meglio qui sotto vi lascio la trama, la scheda libro e il link della pagina Facebook ad esso dedicata. Vi invito caldamente a dargli un’occhiata!

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E ora la prima recensione, fatta dalla collega Maria Fazio, blogger di Finestra sul mondo.

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L’incredibile storia di Marrazzo che non credeva ai fantasmi è il titolo del primo romanzo dell’autore ligure Daniele Naselli. Un romanzo che, a dispetto del titolo, il quale sembrerebbe limitarsi una storia bizzarra e dai toni ironici, conduce il lettore in un’atmosfera di concreta quotidianità, i cui personaggi sono così immersi nel loro spazio interiore, da non riuscire a vedere ciò che può esserci oltre.

Marrazzo, il distratto protagonista di questo romanzo, è un giovane uomo che cerca di barcamenarsi in un ambiente di lavoro poco gratificante e che, nel ripetersi delle sue abitudini, non si accorge di trasformarsi nella caricatura di se stesso. È così che incontra Nicoletta, una donna che gli mostra un nuovo modo di guardarsi intorno, dove ogni oggetto ha una propria storia da raccontare. Ma Marrazzo non vuole vedere in modo differente, e soprattutto non vuole “vedere” alcuni strani eventi che lo coinvolgono.

Una lettura in cui si ritrovano la fragilità umana e i pettegolezzi curiosi, le crude antipatie e i desideri inespressi, gli infantili pregiudizi e i dubbi della coscienza. Una storia densa e imprevedibile, da leggere con un accenno di sorriso.

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Poi c’è questa bella recensione di Silvia Sly Fox del blog Tiny Foxin the box.

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La prima cosa che mi ha colpito di questo romanzo, non è stata la trama, ma la mail di presentazione che mi ha inviato l’autore. Perché mi ha spiegato il libro talmente bene e mi ha incuriosito talmente tanto che, lo confesso, l’avrei letto anche se non fosse stato esattamente il mio genere.

Detto questo, la trama è abbastanza semplice ma, non per questo banale o già vista. Anzi, io l’ho trovata davvero interessante e originale, e mi ha catturata subito, anche per il forte tratto ironico.

Oltre alla componente fantasy – se così vogliamo chiamarla – che, sapete come la penso, ci sta sempre bene e, in questo caso, si amalgama perfettamente a quello che si può definire un racconto di vita quotidiana. Perché, diciamocelo, siamo tutti un pochino Marrazzo!

Come avrete capito, protagonista della vicenda è Marrazzo, un trentaduenne qualunque, che conduce una vita qualunque e fa un lavoro qualunque. Certo, non gli mancano gli hobby e le piccole soddisfazioni, ma comunque ogni tanto gli viene il pensiero che forse, alla sua età, potrebbe aspirare a qualcosa di più. Soprattutto quando conosce Nicoletta, altra protagonista di questa storia, madre di Marcello e con una passione per le case abbandonate.

E ora voi mi direte: ok, ma cosa c’entrano i fantasmi?

Beh, c’entrano eccome, perché fantasmi e apparizioni, sono proprio il cardine attorno a cui ruota l’intera storia e sono proprio questi fenomeni sovrannaturali che renderanno possibile il legame tra Marrazzo e Nicoletta, e che daranno a Marrazzo la possibilità di avere quel “qualcosa in più” a cui aspira.

Personaggio secondario – per così dire – ma non meno importante e che io ho adorato e che mi sento in dovere di nominare, è il piccolo Marcello. Il perché non ve lo posso dire, ma sappiate che non è un bambino come gli altri…

In generale, comunque, la caratterizzazione è stata resa molto bene, sia nel caso dei protagonisti, sia per le figure secondarie che ruotano loro attorno.

Tutti i personaggi creati dall’autore sono decisamente particolari ma, allo stesso tempo molto realistici e in grado di rappresentare in modo piuttosto corrispondente, quelli che sono gli aspetti più assurdi e strambi (ma nemmeno così tanto, se ci si pensa bene) della società odierna.

Lo stile di Daniele Naselli mi ha subito catturato.

La sua è una scrittura semplice ma accattivante, con descrizioni curate, ma mai ingombranti bensì ben amalgamate alla narrazione e con dialoghi che colpiscono il lettore e lo coinvolgono, facendolo anche divertire.

Una cosa che mi è piaciuta tanto, inoltre, è stato il modo in cui sono stati gestiti i salti temporali e la scelta del narratore onnisciente che, per tutta la durata del romanzo, non manca di far notare al lettore questa sua conoscenza totale dei fatti, anche di quelli che ancora devono accadere.

Insomma, se cercate un romanzo divertente, ben scritto e con un buon mix di generi, L’incredibile storia di Marrazzo che non credeva ai fantasmi, è quello che fa per voi, e io sono certa che vi piacerà.

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Quindi è arrivata la recensione di Silvia May, blogger di The bookworm from the forest.

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A volte mi capita di desiderare una storia che non risulti scontata, che riesca a coinvolgermi dall’inizio alla fine, e credo di aver trovato qualcosa che soddisfi i miei desideri. Si tratta del romanzo di Daniele Naselli, L’incredibile storia di Marrazzo che non credeva ai fantasmi, edito da LFA Publisher. Il romanzo mi è stato inviato in cambio di una recensione onesta.

L’incredibile storia di Marrazzo che non credeva ai fantasmi racchiude al suo interno diversi generi letterari. Il romanzo verte intorno alle vicende di Marrazzo, un impiegato di circa trent’anni che un giorno fa la conoscenza di Nicoletta, una donna che lavora all’ospedale e che si trova a dover prendersi cura del proprio figlio da sola. Appassionata di case abbandonate, chiederà a Marrazzo di accompagnarla a far visita ad una di queste, ma qualcosa non va come previsto. Infatti qualcosa sembra disturbarli, come se li trasportasse in un’altra dimensione parallela e li facesse disconnettere momentaneamente dalla realtà. L’episodio è solo il primo dei tanti inspiegabili eventi che si troveranno ad affrontare i due personaggi. All’inizio entrambi stentano a credere a ciò che hanno appena vissuto, ma l’elemento paranormale non è il solo ad apparire nella narrazione. Infatti Marrazzo sospetta che nell’azienda in cui lavora qualcosa non sia esattamente come appare e così la storia prende una piega investigativa che l’accompagnerà fino alla fine.

Lo stile di scrittura è semplice e senza troppi fronzoli, coinvolgente e anche un po’ ironico (soprattutto quando si tratta di Marrazzo). Ho trovato molto riuscito il progetto di utilizzare diversi generi in uno stesso romanzo senza inserire elementi troppo fantasiosi e irrealistici, che avrebbero stonato con il resto della storia. I personaggi, soprattutto quelli principali, sono descritti a tutto tondo e le vicende, a eccezione di quelle più fantastiche, si svolgono nella quotidianità, trasportando il lettore al fianco di Marrazzo e di Nicoletta, anche all’interno delle loro abitazioni e della loro routine. Questa atmosfera quotidiana è, come dicevo, scossa da episodi sinistri e imprevedibili, quasi come se calasse un velo di macabro e mistero sulla scena, che fino ad un attimo prima era ordinaria e tranquilla. Tale contrasto però non risulta mai eccessivamente artificioso, anzi, è ben utilizzato per dare la giusta suspense al lettore. La vita da ufficio, con i suoi battibecchi e con le antipatie tra colleghi, si intreccerà con la vita amorosa di Marrazzo (un po’ impacciato quando si tratta di far colpo su Nicoletta) e con un che di misterioso che li seguirà dall’inizio alla fine. Un romanzo che si legge sempre volentieri, sia per la simpatia del protagonista, sia per la curiosità di scoprire la verità dietro i vari misteri che si presentano nel corso della narrazione.

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Dopo c’è stata Alessandra Micheli, blogger di Les fleur du Mal.

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Marrazzo è un po’ tutti noi. Tranquilli, non è uno slogan elettorale, ma la considerazione di una lettrice che in ogni libro ritrova un po’ di se.

[…] Siamo Marrazzo nel momento in cui accettiamo di essere evanescenti e invisibili, capaci di trascinarci nei giorni, stanchi e senza brio. Nell’accontentarci di una sedia, di un cartellino timbrato, chiudendo gli occhi agli stimoli della vita. Siamo personaggi comici in quel non voler affrontare la vita che bussa, nel non credere nello straordinario.

Marrazzo è un personaggio che all’inizio appare quasi patetico. Così comune, così noioso. Scontato e quasi anonimo. Anzi terribilmente anonimo. E anche se una risata ci scappa nel leggerlo, un po’ di ansia il cuore la pompa nelle vene, perché appunto Marrazzo siamo noi.

Ma accade, e per fortuna aggiungo, che in certi momenti, un destino beffardo e annoiato decide di far entrare lo straordinario nelle nostre vite. Forse per amore, forse per disattenzione. Qualcosa inizia a crescere e germogliare.

Fantasmi che ci raccontano di come una vita priva di stimoli, di meraviglia ci renda solo morti che camminano. Visioni di cosa cela quel nostro volto stanco. Uno schiaffo in pieno volto. E gli occhi si aprono. E la vita inizia a sbocciare.

Certo fa male rendersi conto che eravamo solo Marrazzo e non gli eroi di un libro di duelli e avventure.

[…] Io stessa, ma anche voi siete Marrazzo in cerca di se stesso. Anche quando non lo pensate, state supplicando la vita di darci un’altra possibilità. Un’occasione di dare una scossa alla monotonia. E la vita ci ascolta quasi sempre. Ma cosi ciechi non riusciamo a vedere quell’istante magico.

Marrazzo sì. Lo vede nell’incontro con Nicoletta. Con quel bimbo che sa vedere attraverso i voli del tempo. In quel gesto coraggioso di non tapparsi gli occhi come la scimmietta e provare, nel suo piccolo a cambiare le carte in tavola. Mettendo a repentaglio quella tranquillità stagnante. E magari ammettendo che il numinoso nella forma del ricordo, della sensazione che avvolge le mura e ogni anfratto, ci accompagna da sempre.

Fantasmi o no, la vita è più vasta, più complessa, più incantevole, dello svegliarsi l’oggi per creare un domani senza sogni. Ecco che Marrazzo diviene eroe. Ma della sua stessa vita, riuscendo a fare di un deserto una grotta piena di stalattiti che riverberano arcobaleni sul muro. È il momento che la meraviglia vi risvegli, e spero che questo adorabile, comico e commovente libro, vi aiuti a ritrovarla.

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Ecco, invece, cosa ha scritto Morgana Lefay nel suo blog La chiave di lettura – Libri e aforismi.

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A volte ci vuole qualcosa di diverso, perché quando la vita è noiosa bisogna darle una bella scossa. Questo è il pensiero fisso di Marrazzo che desidera uccidere la soffocante quotidianità di cui si sente prigioniero. Il pensiero fisso di Nicoletta invece è un altro: riuscire a rendere la sua vita anormale un pochino più sopportabile. Che cosa possono fare due persone così diverse, insieme? Tanto, soprattutto se c’è di mezzo un bambino di nome Marcello finito in un guaio più grosso di lui.

È questa la storia che Daniele Naselli ci racconta. Una storia divertente, emozionante, bella, che trattiene il lettore e lo invoglia a continuare la lettura.

I personaggi funzionano, anche quelli più strampalati che appaiono nei capitoli del libro. Lo stile dello scrittore fila bene, anche se a me personalmente non piace molto lo stile di scrittura che prevede il presente indicativo (stile usato in alcune parti del libro), e trovo che il bello della narrazione sia mescolare quello che è ordinario con lo straordinario.

Non ci sono bambole assassine, case possedute e poltergeist malvagi. Ci sono fantasmi, incastrati nelle vite incasinate di due persone normali che sono protagonisti di storie niente affatto normali.

Rileggerei questo libro? Sì.

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Niente male, che dite? Io ne sono molto orgoglioso.

E non è tutto! Il nostro Marrazzino è finito nel blog che leggo di più, quello del buon Massimo Fusai. Vediamo cosa dice.

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Di cognome fa Marrazzo e non crede ai fantasmi. Sì, i fantasmi: quelle strane entità che spalancano finestre, digitano password sul computer e con l’esperienza del Poltergeist navigano fra le cartelle e file presenti. Una vera ricerca finalizzata a qualcosa, perché il fantasma scrive persino un messaggio. In tale situazione Marrazzo trova il proprio computer in ufficio, dove imperversa la Bertini, una rompiscatole che fa gli stipendi e controlla gli orari.

Marrazzo ha una fiamma di nome Nicoletta, con cui ha persino condiviso una curiosa e intrigante caccia al tesoro fotografica fra vie, chiese e quadri. Lei è molto donna, non solo per i tre anni in più ma anche per il bimbo di nome Marcello con problemi di diabete infantile. Inoltre ha la passione di prendere cose vecchie dalle case abbandonate. Lui invece si sente un ragazzo e il fatto che lei abbia un figlio qualche difficoltà gliela creava.

Con un’Ape, non particolarmente efficiente, vanno in visita di vecchie abitazioni. Hanno tutto, cioè quasi tutto, il piede di porco Marrazzo non lo ha trovato. C’è da vedere una casa in località Casarza. La casa ha un guardiano, un gatto rosso demoniaco. Gli oggetti invece avevano parlato. A Nicoletta succedeva spesso che gli oggetti le parlassero. Marrazzo non si era accorto di nulla, a parte non ricordarsi più di niente compreso il perché la torcia fosse spenta.

Poi immagini, che vanno e vengono e lo spirito del futuro prende forma nei suoi pensieri.

Marrazzo, il nostro eroe. Così lo definisce l’autore e in ogni capitolo lo sottolinea facendoci partecipi che (comunque e sempre) la sua è una incredibile storia. Sì, perché a tutto possiamo pensare fuorché a qualcosa di credibile, eppure tutto prende valore intorno a un evento di cronaca. Ma proprio qui risiede il gioco, dove tutto diviene un innesco, quasi folle, per creare una storia fuori dalle regole. Un giallo atipico, che forse non è un giallo; un mistery fantastico, che forse non è proprio misterioso. Un romanzo comico, che vola sulle righe dell’ironia accesa ma forse comico non è.

Un protagonista da cui stare a distanza, in quanto sarà lui a venirci incontro che lo si voglia o no. Paradossale ma mai fasullo nel suo modo di essere anche politicamente scorretto e attratto dai seni prosperosi. Pregi e difetti che s’intersecano in una storia che fa somigliare Marrazzo a un Magnum P.I. da quattro soldi, transitando magari per un inseguimento al fantasma di Babbo Natale.

Ho pensato che, per certi versi, siano presenti delle citazioni di famosi film, i quali hanno segnato la giovinezza di molti (la mia sicuramente). Il primo film che ho percepito fra queste pagine è “Ghostbusters”, alcune descrizioni sono figlie di quella pellicola pur senza scopiazzature di sorta. Il secondo film è il celeberrimo “Fantozzi” (del resto l’autore è ligure come Paolo Villaggio, forse è l’aria…) e se il protagonista non è impiegato in una grande azienda, con il mega dirigente galattico, lascia comunque divertiti i lettori con le descrizioni delle sue marrazzate.

Daniele Naselli, classe settantatré, ligure, appassionato di letteratura e musica. Questo non è il suo romanzo di esordio e dato che a me piace sottolineare gli esordi, colgo l’occasione per segnalare anche il suo primo libro, un thriller psicologico “Frammenti di razionale confusione”. Bisogna ammettere che la scelta dei titoli è sempre molto particolare, anche un po’ lunghi al punto da richiamare i film della regista Lina Wertmüller.

Il romanzo di cui parlo in questo articolo, l’incredibile storia di Marrazzo che non credeva ai fantasmi, è degno di nota non solo per l’originalità e la personalità debordante dello scritto, ma anche perché già parte della rosa dei finalisti del concorso “romanzi in cerca di autore” che ha fatto da trampolino anche ad altri testi presentati in questo mio blog. Posso solo augurarmi che l’autore prosegua in questo percorso difficile.

Ebbene sì, le infermiere hanno sempre il vizio di usare termini tecnici.

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Poi, dopo la recensione di Massimo Fusai, ecco ancora quella di Thrillernord a cura della brava scrittrice Chiara Forlani.

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Un impiegato che arriva spesso in ufficio in ritardo, una OSS piccina, graziosa e con il seno prosperoso, suo figlio e uno o più fantasmi dispettosi. Questi gli ingredienti di una storia gustosa, che si apre con una singolare caccia al tesoro tra i vicoli e le chiese di una Genova affascinante e sconosciuta ai più.

Nicoletta, la giovane protagonista, ha la passione di visitare le vecchie case che i proprietari hanno abbandonato dopo la loro morte, e di prelevarvi qualche trofeo per portarselo a casa. Non si tratta di un furto, la ragazza si appropria di oggetti abbandonati per dare loro nuova vita. Durante una di queste incursioni, i due protagonisti incontrano delle presenze misteriose che li mettono in fuga. Ne sentono le voci, ne percepiscono la presenza e capiscono di essere poco graditi. Ho amato particolarmente questa parte del libro, ma ammetto di essere influenzata dal mio amore per l’esplorazione di ruderi e dimore cadenti, che su di me hanno un grande ascendente. Qualche volta durante le mie incursioni mi sono appropriata di un piccolo souvenir, condivido infatti la passione di Nicoletta e aggiungo che anche adesso prediligo gli oggetti usati, che trovo più preziosi proprio perché hanno avuto una vita precedente.

L’incredibile storia di Marrazzo che non credeva ai fantasmi racconta una storia semplice solo in apparenza. Man mano che si procede nella lettura, ci si rende conto che l’autore ci prende per mano e ci porta a conoscere a fondo i suoi personaggi. Sono tipi dal carattere complesso, Marrazzo, Nicoletta e i vari comprimari che incontriamo tra le pagine. Presentano l’intera rosa dei difetti e dei pregi umani, delle indecisioni e dei cambiamenti repentini di idee. Se ci fermiamo a pensare, c’è un po’ di noi in ciascuno di loro, è facile immedesimarsi nelle loro grandezze e nelle loro miserie tanto umane.

Sono rimasta colpita dal volo del protagonista, trasformato idealmente in un gabbiano che può vedere tutto dall’alto, come ciascuno di noi vorrebbe fare, per non immedesimarsi troppo nel proprio piccolo mondo.  

Mentre Marrazzo plana

 “non esistono domande, non esiste la fatica, e non esistono idee. Nessuna esitazione. Gli occhi mandano un segnale preciso, il posto da raggiungere. L’ordine arriva, e Marrazzo risponde. Sposta il peso, muove le ali, evita i pericoli. Non resta che obbedire.”
Sarebbe bello che nella vita fosse tutto così semplice.

È difficile non rivelare troppo, quando ci si trova di fronte a un romanzo che vira verso il giallo o il mistery. La morte assurda di un collega del protagonista, il ritrovamento di un cadavere, un giovane scomparso, ectoplasmi e presenze ultraterrene che perseguitano i protagonisti e portano messaggi dall’aldilà: sono questi gli ingredienti di una storia semplice ma complessa, che si legge tutta d’un fiato.

L’amore, la tenerezza tra esseri umani che la vita in passato ha ferito contraddistingue questa storia e le dona il carattere della verità.

Sembra che tra Marrazzo e Nicoletta si frappongano mille ostacoli, che impediscono ai loro sentimenti di manifestarsi e di trovare sfogo.

Fissa le guance della donna rigate dal trucco e pensa al dolore che sta provando, che non smetterà mai di provare. Lo sente suo, lo condivide. Per quanto si sforzi di rimanere distaccato, non riesce.”

Il romanzo trascina il lettore lungo le sue pagine presentando un gran numero di colpi di scena, passaggi dalla realtà terrena a quella soprannaturale, storie parallele delle quali solo alla fine capiamo il senso e i collegamenti. Marrazzo è un Fantozzi più profondo e consapevole, ma come il personaggio interpretato da Paolo Villaggio è preso in ostaggio da un sistema che lo schiaccia e lo sovrasta. In più, lui ha i fantasmi che lo perseguitano e chiedono vendetta, anche se si ostina a non credere alla loro esistenza.

In conclusione il romanzo è una satira mordente della nostra società, che giustifica tutto, anche gli atti violenti, sull’altare del facile guadagno e della scalata sociale.

Un libro che avrebbe meritato una maggiore fortuna editoriale.

C’è confusione. Dentro, fuori, dappertutto. Lui vorrebbe solo quiete. Credeva di conoscere il dolore, invece ha scoperto che a un certo punto non si riesce più a sopportarlo e si desidera morire.”

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Dopo la recensione di una pagina importante come Thrillernord eccone una di uno scrittore che aoprezzo molto. Gabriele Loddo.

Piccola premessa: la recensione fa riferimento a un post da me scritto dopo aver ricevuto i giudizi del torneo IoScrittore 2022.

8 giudizi su 8 hanno evidenziato uno stato di confusione leggendo il mio testo”.
Carissimo Daniele Naselli, senti me: lascia perdere, non provare a capire. Quando scrivere diventa studio, sperimentazione, non sempre tutti sono disposti ad accettare il cambiamento. È il limite che vedo nella letteratura. Poi ci si domanda perché la scrittura, rispetto ad altre forme d’arte, non si evolva o non si adegui ai tempi. Eppure, tu, dovresti incarnare la risposta a questa richiesta. Forse è uno stile complesso, forse richiede attenzione. Forse necessita d’intervento e partecipazione, di frugare tra le righe, ma a me gli approcci divergenti e creativi, sono sempre piaciuti. Mi catturano, stimolano, mi rendono partecipe.
“L’incredibile storia di Marrazzo che non credeva ai fantasmi” è un romanzo che alterna una narrativa classica a un’esposizione onirica, a tratti psichedelica, volutamente confusionaria, degli avvenimenti. L’obbiettivo dell’autore è quello di far immergere il lettore in un sogno ipnotico, nelle recondite paure e negli angoscianti timori che affollano la mente dei suoi protagonisti. Ma è un caos cesellato, dove ogni particolare ha un suo ruolo e una sua precisa collocazione. E quando la trama si sviluppa, quando la narrazione si dipana e si avvicina al finale, ogni cosa prende il suo posto e da romanzo che in apparenza non sembri avere grandi pretese, tira le fila e si trasforma in un giallo ottimamente congegnato e di grande qualità.
Consiglio all’autore di seguire la sua strada perché quello che sta cercando è di sicuro originale. Di appiattimento e di normalità ce n’è già tanta in giro.

Belle parole, vero? Non credo di poterne trovare di migliori per cui mi fermo.

Vi saluto con quella che era la bozza della copertina così come l’avevo immaginata (e disegnata) io. Bozza che, pur nella sua bruttezza, ha comunque permesso a Luciano Lux Gaudino di fare un ottimo lavoro, regalando al libro una bellissima copertina.

Non c’è paragone, lo so…

Ci si legge nel sottobosco.

D.

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Pubblicato da lincredibilestoria

Sono nato a Genova nel 1973 e sono sempre vissuto a Pieve Ligure, nel Golfo Paradiso, dove tuttora vivo con mia moglie e i miei due figli. Laureato in Economia Marittima e dei trasporti sono impiegato nel settore del commercio. Appassionato di musica e letteratura, negli anni 90 ho realizzato con alcuni amici il sito web www.luciobattisti.net, ossia il primo sito web dedicato a Lucio Battisti, purtroppo oggi non più attivo. Il mio primo romanzo “L’incredibile storia di Marrazzo che non credeva ai fantasmi” (LFA Publusher, 2019) è stato finalista della seconda edizione del concorso “Romanzi in cerca di autore” realizzato da Passione Scrittore in collaborazione con Mondadori Store e Kobo Writing Life. Il secondo, “Frammenti di razionale confusione” (New-Book Edizioni, 2019), uscito nel solo formato digitale, è menzionato speciale del secondo Concorso Letterario New-Book Edizioni. Nel 2020 un mio racconto dal titolo "Vicoli" viene incluso nella collana "Racconti liguri. Vol. 2" (Historica Edizioni EAN: 9788833372013) grazie al concorso indetto dalla Historica Edizioni "Racconti liguri 2020". Il primo volume dell'antologia "Un Natale Horror 2020" (ISBN 9798581288856 - letteraturahorror.it) contiene un mio racconto dal titolo "Alcune distrazioni". Nella raccolta "Corde, delitti e altri misteri" (ISBN ‎ 979-8784705129 - #autorisolidali, dicembre 2021) è incluso un mio racconto dal titolo "La ragazza della cisterna di Ponte Vecchio". "Il racconto di un piccolo cane" appare nell'antologia "Letteratura per il nuovo millennio" (ISBN 978-88-946367-8-9 - QUIA Edizioni, giugno 2022). "Storie di treni, di stazioni e di esplosioni" è inserito nella raccolta della ivvi.it "Scrittori italiani, libro rosso" (settembre 2022). Nel novembre del 2022 la Brè Edizioni pubblica "C'era una volta Lorenzo - Gli ultimi istanti di un uomo sbagliato" (ISBN-13 ‏ : ‎ 979-1259702838), finalista della sesta edizione dell’iniziativa letteraria Fai viaggiare la tua storia, organizzata da Libromania con la collaborazione di De Agostini Libri. Dalla collaborazione con il Centro Studi Storie di Jeri, che si occupa di storia locale inerente ai comuni di Bogliasco, Pieve Ligure e Sori, nasce la pubblicazione del saggio "La favola del castello di Pieve Ligure" nel XV Volume dei Quaderni di Storia Locale (Novembre 2023). La giuria del Premio Letterario Internazionale Casinò di Sanremo Antonio Semeria ha scelto il racconto "Dall’alba al tramonto" per essere inserito nell’antologia dedicata al centenario calviniano dal titolo Camminando sul sentiero dei nidi di ragno (De Ferrari, EAN 9788855036320, Dicembre 2023).

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