Quaderni di storia locale del Centro Studi Storie di Jeri – Volume XIV

Qualche tempo fa sono stato contattato da una vera e propria istituzione per chi, come me, ha a cuore il nostro territorio e la sua storia. Diciamo che senza il suo preziosissimo lavoro questo blog non esisterebbe nemmeno. Chi ha letto le sue pubblicazioni avrà di certo notato che ho attinto molto da quanto ha scritto. Diciamo che l’ho sempre considerato un punto di riferimento: insomma quando ho qualche dubbio consulto un suo testo e, nove su dieci, trovo la risposta. Sto parlando, lo avrete capito, del mitico Pier Luigi Gardella.

Ammetto che incontrarlo è stato interessante e imbarazzante al tempo stesso. Un po’ perché avevo paura che mi dicesse: hey hai copiato dai miei libri, un po’ va bene, ma hai esagerato (cosa che per fortuna non è successa) e un po’ perché non capita tutti i giorni di fare due chiacchiere con chi ha scritto il libro che hai sul comodino.

Non è di Pier Luigi Gardella che però tratterà questo post, non in prima persona per lo meno. Per quanto chissà, magari prima o poi troverò il tempo di dedicargli una delle mie opera omnia.

Il protagonista di oggi sarà il quattordicesimo volume dei quaderni di storia locale, a cura del Centro studi storie di Jeri, di cui Gardella è coordinatore.

Siamo arrivati già al quattordicesimo volume, ahimè li ho scoperti tardi (solo di recente, grazie all’incontro con Pier Luigi Gardella, appunto).

Se volete sapere di più sulle precedenti uscite vi invito a leggere la pagina dove ho elencato tutti i volumi con tanto di indice.

Se poi vi interessasse leggere qualche articolo del passato, o acquistare qualche copia, sempre nella pagina trovate l’indirizzo mail a cui scrivere.

Veniamo al libro, o quaderno di storia locale, come è più appropriato chiamarlo.

Il XIV volume dei Quaderni di Storia Locale. A differenza delle precedenti edizioni, che più o meno avevano cadenza annuale, è uscito dopo tre anni di assenza

Come avrete notato dagli anni citati nel sottotitolo è stato realizzato durante la pandemia. Forse è per questo che la copertina ha il colore della speranza, chissà. O magari è solo una coincidenza. Fatto sta che il XIV quaderno racchiude in un unico volume il materiale raccolto dal Centro Studi durante quel periodo buio, ma anche di riflessione. E il risultato è ottimo.

Vediamo nello specifico i temi affrontati.

Clima e produzione dell’olio nel Capitanato di Recco tra Sei e Settecento

Il primo articolo è affidato a Giorgio Casanova. Ecco brevemente chi è e cosa ha fatto per il Centro Studi.

Genovese, laureato in Storia Moderna, è membro dell’Istituto di Storia della Cultura Materiale, con il quale ha partecipato a numerose campagne di scavo in Liguria e Lunigiana e del Centro Studi Storici del Ponente Genovese.

Nei precedenti quaderni locali ha scritto un interessante articolo sul ponte ferroviario di Bogliasco durante la seconda guerra mondiale (Vol. 1), ha trattato della giurisdizione della frutta a Bogliasco, Pieve e Sori (Vol. 2), dei bastimenti e marinai dei tre comuni a inizio Ottocento (Vol. 3), della difesa del monte Fasce e delle nostre comunità nel 1747 (Vol. 4), dei corsari nel Golfo Paradiso nel Cinquecento (Vol. 5), è tornato a parlare del monte Fasce nel Vol. 6 raccontandoci della fallita insurrezione repubblicana del 1870, nel Vol. 7 si è dedicato agli insediamenti del Golfo Paradiso nell’antichità, nel Vol. 8 si è occupato dell’ultima battaglia del 1945 e delle fortificazioni tra Quinto e Portofino durante la Seconda Guerra Mondiale, nel Vol. 9 ha trattato di portolani e carte nautiche, nel Vol. 11 ha affrontato il tema della Grande Guerra nel nostro territorio, nel Vol. 12 ha parlato degli orologi antichi nei nostri tre comuni, e per finire, nel Vol. 13 ha scritto un bellissimo articolo sul banditismo nel Golfo Paradiso a fine Cinquecento.

Insomma, un gran bel lavoro il suo, non trovate?

Nell’ultimo volume il tema dominante è il clima, anche se principalmente incentrato sulla produzione dell’olio.

Oggi è facile “raccontare” il clima attraverso i dati dei satelliti, o comunque
con tutti gli elementi raccolti a partire dal secolo XIX dalle “stazioni” climatiche. Assai diversa la condizione di chi si occupa della storia del clima relativa ai secoli precedenti, quando non esisteva una raccolta scientifica dei dati.

L’articolo è molto preciso e dettagliato. Ho apprezzato in particolar modo la parte in cui tratta delle tasse sull’olio. In passato ho scritto qualcosa sull’argomento, è un tema che mi ha sempre affascinato.

Il decennio 1689-1698 viene considerato dagli storici del clima una piccola età glaciale per l’Europa (che si sovrappone a quella cominciata nel secolo XVI): in ogni stagione le temperature medie furono inferiori al normale.
Questo spiega gli inverni eccezionalmente freddi degli anni dal 1693 al 1695, quando il lago di Costanza veniva attraversato in carrozza, e l’Islanda era quasi completamente circondata dai ghiacci. E questo spiega anche il grande aumento decennale del prezzo del grano, che non riusciva a maturare, marcendo per la pioggia e il gelo. Come conseguenza si ebbero la temibile penuria degli anni 1693-94 in Europa occidentale, e la carestia del 1697 nel Nord.

La Premiata Farmacia Corsanego di Bogliasco

Il secondo articolo è di Marina De Franceschini, altra preziosa penna che scrive sui quaderni di storia locale fina dagli inizi.

Archeologa, si è laureata a Genova e ha conseguito un Master of Arts negli Stati Uniti. Ha pubblicato diversi volumi sull’architettura e la decorazione delle ville romane. Per non farsi mancare niente ha anche pubblicato un libro in lingua inglese dedicato alla storia degli scavi e degli studi nell’Accademia di Villa Adriana dal Quattrocento al Seicento.

Anche qui, come vedete, tanta roba!

L’apporto che ha dato ai quaderni è notevole: ha cominciato con le donazioni alla parrocchia di San Michele di Pieve di Sori (Vol. 1), ha curato le storie del Comandante Giovanni Consigliere (Vol. 2), di Gennaro D’Amato (Vol. 4) e di Glauco de Mottoni y Palacios (Vol. 5), è tornata a parlare della chiesa di Pieve, concentrandosi sulla sua pavimentazione (Vol. 3), ha analizzato la genialità futuristica di Gaetano Meale (Umano) nel Vol. 6, ha raccolto le memorie di un nonno savonese (Vol. 9) e le lettere del suo avo Cesare, morto durante la Prima Guerra Mondiale (Vol. 11, Vol. 12 e Vol. 13) ricostruendo la storia dei primi del Novecento attraverso le sue parole.

Nell’ultimo volume si è concentrata sulla farmacia Corsanego di Bogliasco. Non voglio anticiparvi troppo, anzi, vi invito a leggere l’articolo perché è davvero bello.

Gli spostamenti della farmacia e la sua storia sono corredati da belle fotografie e curiose immagini del passato.

L’articolo è impreziosito dai racconti dei fratelli Emma e Davide Corsanego (figli del farmacista Emilio Corsanego, il titolare della farmacia di Bogliasco a partire dagli anni Venti del secolo scorso), entrambi deceduti nel 2022.

La prima sede della Farmacia Corsanego si trovava in via Mazzini 125, dove si vede ancora il portale in marmo bianco decorato dal caduceo di Esculapio, che è rimasto al suo posto.
Durante la Seconda Guerra mondiale gli spostamenti d’aria provocati dai tragici bombardamenti del 1944 danneggiarono gravemente l’edificio, che non crollò ma dovette essere evacuato.
La Farmacia fu trasferita provvisoriamente in un magazzino e poi in un altro edificio in località Pontetto, più o meno dov’era la vecchia farmacia di Pieve Ligure degli anni ’60.

Lady Margaret Brooke di Sarawak e Constance Wilde a Bogliasco

Il terzo articolo è di Pier Luigi Gardella. Di lui ho già parlato all’inizio del post, ma voglio comunque riassumere la sua biografia.

Bogliaschino di nascita è ricercatore di storia locale e delle tradizioni delle Confraternite liguri. Ha un passato da giornalista pubblicista. Basta digitare il suo nome e cognome in un motore di ricerca per farsi un’idea di suoi articoli. Coordina, oltre al Centro Studi Storie di Jeri anche la rivista locale 3 Campanili. Membro dell’Accademia cultori di Storia Locale di Chiavari è autore di numerose pubblicazioni. Nel 2009 ha ricevuto il Premio Luigi De Martini dall’Associazione A Compagna per le attività di studio e promozione a favore della lingua genovese e delle parlate liguri. È anche priore protempore della Confraternita di Santa Chiara di Bogliasco.

Nel primo volume dei quaderni ha redatto un articolo su Nazario Sauro e sulla lapide di Piazza 26 aprile a Bogliasco che ricorda il suo martirio. Nel secondo volume ha parlato delle invetriate della Parrocchiale di Bogliasco e nel terzo di alcuni documenti ritrovati negli archivi delle parrocchie di San Michele a Pieve e della Natività di Maria Santissima a Bogliasco. Per il quarto volume fa una piccola deviazione spostandosi a Sant’Ilario e racconta della Confraternita di San Nicolò. Il quinto volume è dedicato a due sportivi del nostro territorio, per la precisione a Luciano De Genova, olimpionico nel sollevamento pesi e ad Andrea Ferrari, velista olimpionico. Per il sesto volume è la volta del garibaldino Giovanni Serma. Nel settimo approfondisce i temi della cappella di San Rocco, della quale purtroppo non rimangono che poche foto, e del primo cimitero di Bogliasco (situati entrambe dove oggi si trova il parco giochi sotto il monumento ai caduti). Il suo articolo nel volume otto è dedicato alla costruzione della variante alla via Aurelia di Bogliasco attuata tra il 1934 e il 1936. Con il nono volume si concentra su un preciso anno, il 1838, e ci racconta cosa è avvenuto a Bogliasco. Nell’undicesimo volume torna a parlare di lapidi, e fa una carrellata delle più interessanti nei tre comuni di Bogliasco, Pieve e Sori. Con il volume dodici fa un quadro del poeta norvegese Guido Nilsen, che ha scritto poesie in ligure. E per finire firma nel tredicesimo volume un bellissimo spaccato sulla peste negli anni 1656 e 1657 a Genova e in Riviera.

È arrivato il momento di sbirciare un po’ tra le pagine del suo articolo del quattordicesimo quaderno.

Le figure sotto i riflettori sono due donne che tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento del secolo scorso hanno vissuto a Bogliasco: Margherita Brooke di Sarawak e Constance Mary Lloyd, moglie di Oscar Wilde.

Margherita Brooke di Sarawak: chi era questa signora che con figli e servitù aveva scelto Bogliasco come dimora? Lady Brooke era la moglie di Charles, a sua volta nipote di James Brooke, Raja di Sarawak, conosciuto dai lettori di Salgari come l’antagonista di Sandokan.
Salgari, infatti, nei suoi romanzi utilizzò questo personaggio realmente esistito (era morto nel 1868) per trasformarlo nello sterminatore di pirati che, riuscito a crearsi un regno indipendente dalla madrepatria Gran Bretagna, trova in Sandokan, principe malese di sangue reale soprannominato la “Tigre della Malesia”, un fiero oppositore.

Vi consiglio la lettura dell’articolo perché è molto interessante. So bene che molti di voi avranno letto il bel libro di Laura Guglielmi dedicato alla moglie di Oscar Wilde (Lady Constance Lloyd, Morellini Editore, 2021), ma lì la storia è in parte romanzata. Insomma non si capisce bene il confine tra reale e fantastico, mentre l’articolo di Pier Luigi Gardella raccoglie solo fatti accaduti, basandosi solo su fonti accertate. In poche parole il lavoro della Guglielmi è un’ottima biografia romanzata, quello di Gardella è la trasposizione di una ricerca storica. O, almeno, questa è l’idea che mi sono fatto io.

Rispetto alla storia di Margaret Brooke di Sarawak credo se ne sia parlato già in alcuni testi locali, ma non so quanti di voi abbiano avuto modo di leggerli. Insomma, penso che per i più, proprio com’è stato per me, si tratta di qualcosa di nuovo. E proprio per questo ho deciso lasciarvi con la curiosità e di non aggiungere altro sull’argomento (anche perché gli articoli sono ancora molti, la pagina è già lunga, e devo lasciare spazio a tutti).

Constance morì sette giorni dopo l’intervento, il 7 aprile 1898, a soli 40 anni, e fu sepolta nel Cimitero di Staglieno. La sua tomba si trova nel Cimitero di Staglieno. Quando Wilde si recò a visitarla, l’anno dopo, scoppiò a piangere di dolore e di rimorso, e coprì di rose scarlatte il sepolcro, che portava solo il nome Constance Lloyd.

Alessandro Capurro Migone


L’articolo successivo è di Claudio Massone Stagno ed è stato scritto a Santiago del Cile.

Claudio Massone Stagno, nato a Santiago del Cile appunto, discende da un ramo della famiglia Massone di Pieve e da uno della famiglia Stagno (sempre di Pieve). I suoi bisnonni sono emigrati in Cile alla fine del XIX secolo.

Laureato in architettura presso l’Università del Cile, partecipa a numerose attività delle varie istituzioni della comunità italiana del Cile. Il suo interesse principale è orientato alla memoria degli emigranti italiani. Collabora con Presenza, quindicinale dedicato agli italiani del Cile, di cui è direttore responsabile dal 2015. Sempre dal 2015 è presidente dell’Associazione Ligure del Cile. È autore del volume Presenza Italiana nelle strade della provincia di Santiago pubblicato in Cile in lingua spagnola e in italiano, e del libro Ruta de los Italianos Santiago – Providencia. Il 31 gennaio 2019 è stato insignito dall’ambasciatore Mauro Battocchi, a nome del Presidente della Repubblica Italiana, dell’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine della Stella d’Italia.

Il suo prezioso apporto al Centro Studi Storie di Jeri comincia nel 2011, con l’articolo del volume 6 intitolato Dall’altro mare: storie di emigrazione pievese in Cile. L’anno successivo firma il pezzo Pievesi in Chile: 50 anni di immagini. Nel volume 9 si concentra sulla figura di Giovanni Antonio Picasso, ossia il primo deputato italiano del Cile. Nel volume 11 fa un parallelo tra il santuario di Santa Croce e i pievesi emigrati in Cile. Per il quaderno successivo scrive I Pievesi in Cile: da marinai a commercianti e per il tredicesimo Gli Stagno in Cile.

Nell’ultimo volume studia la figura di Alessandro Capurro, pievese del 1867 emigrato in Cile nel 1884.

Vi assicuro che si tratta di un pezzo godibilissimo, leggetelo e vedrete che mi darete ragione. Considerato che le biografie sono la moda letteraria del momento, immagino che anche questo articolo possa trovare numerosi estimatori.

Di seguito vi lascio un assaggino, giusto per sollecitarvi il palato.

Sicuramente non emigrò per cercare nuovi e migliori orizzonti di vita, dato
che la sua famiglia aveva una posizione agiata. Non avrebbe avuto problemi
a trovare una sistemazione lavorativa adeguata alla sua condizione.
Supponiamo quindi che si sia imbarcato come molti altri giovani perché attratto dall’avventura, per conoscere e trovare una nuova vita in luoghi lontani e sconosciuti

Sori e dintorni negli atti del notaio Guglielmo da Sori del 1200

Il quinto capitolo del quaderno è affidato alla raffinata ricerca di Aldo Pezzana.

Priore dell’Oratorio di Sant’Erasmo di Sori, Aldo Pezzana è stato assessore alla cultura e alla pubblica istruzione del Comune di Sori. Credenziali, queste, che dimostrano il suo amore per la storia, per il paese in cui vive, Sori, e per lo studio delle fonti antiche.

Il suo primo lavoro pubblicato nei quaderni risale al 2007, nel secondo volume (Strade e sentieri medievali nel Golfo Paradiso). L’anno successivo scrive Pro Sori, un’analisi della monografia storica Pro-Sori scritta dall’Arciprete di Sori Giacomo Ghio e da Arturo Ferretto, e della risposta di Don Davide Demicheli, arciprete della Pieve di Sori, Pro veritate (un pezzo che vi consiglio di leggere assolutamente, interessantissimo e a tratti addirittura divertente). Nel volume 4 scrive a due mani con Paolo Benvenuto I racconti della Via Giordani. Nel volume 5 si occupa delle origini storiche del Cimitero di Sori, mentre nel 7 del busto di Garibaldi a Sori. Per il volume 8 scrive Un diario di guerra, per il 9 I Capitoli della Confraternita di Sant’Erasmo di Sori e per il 10 Due Cappellani militari nella Prima guerra mondiale. Nell’undicesimo volume parla ancora di Sant’Erasmo, di cui, ricordiamo è priore (Da Sant’Erasmo al West. Storia di un ex voto particolare). Del tredicesimo volume è Torri di guardia e di difesa a Sori e nel Golfo Paradiso.

Gli articoli di Aldo Pezzana sono forse più orientati verso un pubblico più addentro ai meccanismi della ricerca storica o, per lo meno, più preparato. Quindi possono risultare più complicati rispetto ad altri, specie per chi non è un appassionato di storia. Possono apparire meno diretti, diciamo così. Ma questo è il loro punto di forza, il loro valore intrinseco è un surplus per i quaderni locali. La sua passione per la storia, e nel caso dell’ultimo articolo, per il Medioevo è evidente. In alcuni casi può risultare contagiosa, in altri può essere considerata un piccolo seme buttato in un campo. Sta a chi legge farlo germogliare.

Lascio alle sue parole il compito di spiegare meglio quanto ho appena detto.

Mi auguro di aver aperto con queste pagine una piccola finestra sul passato dei nostri paesi in un periodo – quello del medioevo – che a differenza di quanto si pensa non è stato il periodo dei secoli bui. Proprio al medioevo dobbiamo gran parte della nostra cultura, della nostra lingua […]

Il medioevo ha gettato le basi per il mondo moderno, consegnandoci grandi invenzioni e personaggi del calibro di Dante, Leonardo Da Vinci, Federico II di Svevia e Lorenzo de’ Medici.

Vediamo ora qualche passaggio dell’articolo del volume XIV.

In questo contesto storico si inserisce il nostro personaggio: il notaio Guglielmo da Sori (Willelmus de Sauli), la cui produzione è pervenuta sino a noi grazie alla conservazione presso l’Archivio di Stato di Genova di 959 imbreviature, raccolte in 4 fascicoli. Tre di esse sono rilegati nella raccolta “Manoscritti 102” dell’unità “Notai antichi 3/11”; a questi infine si aggiungono due carte sciolte, conservate nell’unità 1/VIII del fondo Notai Ignoti.

E ancora:

Il territorio in cui Guglielmo opera si estende dalla fascia costiera (da Nervi a Polanesi) all’immediato entroterra (Sessarego, Poggio Favaro, Teriasca, Capreno, Canepa, Sussisa) per salire oltre lo spartiacque, dove si incontrano i primi paesi della Val Fontanabuona (Pannesi, Lumarzo, Neirone) fino a lambire le Pievi di Uscio e Bargagli.

Storia della famiglia Brugo: da Bogliasco alla conquista dell’Argentina – Fondatori dei villaggi di Colonia San Benito e Pueblo Brugo

Il terzultimo articolo è di Luca Sessarego. Nato nel 1986, Luca Sessarego vive a Sessarego, dove le radici della sua famiglia si perdono nei secoli. Laureato in Tecniche per la Pianificazione Urbanistica, Territoriale e Ambientale presso la Facoltà di Architettura dell’Università di Genova, ha anche studiato presso la Facultad de Arquitectura, Diseño y Urbanismo dell’Università di Buenos Aires ed ha frequentato la Scuola di Archivistica,
Paleografia e Diplomatica presso l’Archivio di Stato di Genova. Da sempre studioso della storia, delle tradizioni, della genealogia e del patrimonio culturale del suo paese e del genovesato in generale, è socio fondatore del Centro Studi Storie di Jeri, e socio dell’Accademia dei Cultori di Storia Locale di Chiavari e dell’associazione genovese A Compagna. Ha all’attivo varie pubblicazioni di storia locale e collabora
con la rivista 3 Campanili diffusa nelle parrocchie del comune di Bogliasco. Da
anni si interessa all’emigrazione ligure, ha collaborato con il CiSei (Centro
Internazionale Studi Emigrazione Italiana) ed è fondatore dell’Associazione Sessarego
nel Mondo
, che ha lo scopo di ricercare e riunire i discendenti degli emigranti del
borgo di Sessarego. È vicepresidente dell’Associazione Liguri nel Mondo ed è
membro della Consulta per l’Emigrazione della Regione Liguria. Nel 2016 è stato
insignito del Premio Luigi De Martini assegnato da A Compagna per la difesa del
patrimonio linguistico e folkloristico dell’area dialettale ligure.

Con un curriculum così che altro si può aggiungere per dare credito al suo operato?

Vediamo cosa ha scritto nei vari quaderni.

Anno 2006 – Vol. 1: I canterini di Sessarego

Anno 2007 – Vol. 2: I Sessarego per mare

Anno 2008 – Vol. 3: La dote dei Solimano

Anno 2009 – Vol. 4: I soldati originari di Sessarego caduti nella Prima Guerra Mondiale

Anno 2010 – Vol. 5: La presenza del cognome Cevasco nel paese di Sessarego

Anno 2011 – Vol. 6: Pietro Cevasco, un Garibaldino partito da Sessarego

Anno 2012, Vol. 7: Bogliasco nelle raffigurazioni ottocentesche

Anno 2013 – Vol. 8: Bogliasco Pieve e Sori nella cartografia antica

Anno 2014 – Vol. 9: Bogliasco, Pieve e Sori nella cartografia settecentesca

Anno 2016 – Vol. 11: Jules Léon Sessarego. Dalla Corsica, un altro soldato originario di Sessarego caduto nella Prima Guerra Mondiale

Anno 2017 – Vol. 12: 1872, il primo Regolamento Edilizio del Comune di Bogliasco

Anno 2018 – Vol. 13: La presenza del cognome Chiappe nel paese di Sessarego

Insomma, se siete di Sessarego gli articoli di Luca Sessarego non possono mancare dalla vostra libreria di casa!

Scherzi a parte, la sua ricerca è sempre precisa e curata. Sono sicuro che leggendo i suoi scritti li troverete affascinanti, anche se di Sessarego (come me prima di leggerli) sapete giusto che è una frazione di Bogliasco.

Inoltre il suo prezioso apporto sulla cartografia locale è un fondamento per chiunque sia appassionato di cartografia e geografia locale nel nostro territorio.

I genovesi, e più in generale gli italiani emigrati in Argentina, furono tra XIX e XX secolo il fulcro dell’economia di quel paese. Era un’emigrazione vivace, favorita dalle formidabili potenzialità economiche di una nazione vastissima e scarsamente popolata, dove il grande spirito di intraprendenza e dedizione al lavoro portò ben presto la comunità italiana, genovesi in testa, ad occupare posizioni di rilievo nella società locale in campo politico, commerciale, accademico ed economico.

Nacquero piccoli imperi imprenditoriali, aziende agricole, imprese di trasporti, fabbriche, si fondarono banche. Patrimoni ed attività in alcuni casi trasmessisi fino ad oggi, ma in molti casi dispersi a causa del compromettersi dell’economia argentina nella seconda metà del ‘900.

Quanto avete appena letto è l’incipit del capitolo di Luca Sessarego dedicato alla famiglia Brugo, emigrata da Bogliasco in Argentina.

Vediamo chi erano i Brugo.

Brugo è tra gli antichi casati bogliaschini, presenti in paese almeno dal XVI secolo, come riscontrabile sui registri di battesimo della parrocchia di Santa Maria di Bogliasco . Ma oggi, per via dell’emigrazione o di generazioni femminili che non hanno trasmesso il cognome, o per trasferimento in altri Comuni, il cognome Brugo è totalmente scomparso da Bogliasco, anche se certamente molti bogliaschini senza saperlo avranno alcuni Brugo tra i propri antenati. L’ultimo Brugo nato a Bogliasco sembrerebbe essere stato battezzato addirittura nel lontano 1853.

Come consuetudine dei quaderni di storia locale il testo è spesso intervallato da belle immagini e fotografie.

Per sapere come si sia arrivati alla creazione dei villaggi di Colonia San Benito e Pueblo Brugo non vi resta che leggere il quattordicesimo quaderno del Centro Studi Storie di Jeri.

Bogliaschini sul Rex

Il successivo articolo è di Alessandro Siena, altra penna del Centro Studi Storie di Jeri fin dal primo numero.

Bogliaschino, laureato in informatica, Alessandro Siena si occupa di consulenza in campo aziendale. Collabora con il periodico a diffusione locale 3 Campanili e da alcuni anni si interessa di storia locale e di ricerche sul territorio e sui personaggi che ne hanno scritto la microstoria (entrando a far parte della Grande Storia). Dal 2009 al 2014 ha curato il riordino dell’archivio della chiesa parrocchiale di Sant’Anna Collarea, Montaldo di Mondovì (CN), terminato con la pubblicazione del volume Storie e microstorie della Collarea.

Elenco di seguito i suoi articoli contenuti nei quaderni.

Anno 2006 – Vol. 1: Oscure pagine di storia di paese

Anno 2007 – Vol. 2: Bogliasco e la via Aurelia

Anno 2008 – Vol. 3: Breve storia di una piccola reliquia

Anno 2009 – Vol. 4: Una passeggiata tra antichi marmi: Bogliasco e il Nuovo Cimitero Comunale

Anno 2010 – Vol. 5: Giuseppe Canessa e il suo mondo della vela

Anno 2011 – Vol. 6: Lettere dal fronte 1916-1918 (scritto con Francesco Antola)

Anno 2012, Vol. 7: La scuola “Eugenia Gonzales” di Pieve Ligure

Anno 2013 – Vol. 8: 17 luglio 1944 – Bogliasco dall’alto (e dal diario di un bambino di allora)

Anno 2014 – Vol. 9: Il maestro Pio Roba a 100 anni dalla nascita

Anno 2016 – Vol. 11: Sentimenti: da un diario della Grande Guerra

Anno 2017 – Vol. 12: La famiglia Celle: da Santa Margherita Ligure a Bogliasco

Anno 2018 – Vol. 13: Storia di una piazza che non c’era

Nel quattordicesimo quaderno Alessandro Siena ci racconta le vicissitudini di tre bogliaschini sul mitico transatlantico Rex: il marinaio Lorenzo Costa, il direttore di macchina Luigi Risso e il nostromo Roberto Sbolgi.

…il legame con Bogliasco non si esaurisce così nella leggenda: proprio nel viaggio che vide il Rex conquistare il Nastro Azzurro erano presenti a bordo due bogliaschini.

Ricorre quest’anno il novantesimo anniversario del varo del transatlantico Rex, costruito a Genova dai cantieri Ansaldo di Sestri Ponente. Da subito impiegato sulle rotte oceaniche, in occasione del viaggio Genova – New York del 10 agosto 1933 riesce ad arrivare a destinazione con 27 ore di anticipo, conquistando così il prestigioso Nastro Azzurro

L’articolo è molto bello, ma è anche breve, per cui mi limito a mostrarvi le foto dei tre protagonisti, così da non togliervi il gusto della lettura.

Giovanni Tanlongo, il Comandante di Bogliasco che rimorchiò l’Olterra da Algeciras a Genova

L’ultimo articolo è di Emma Tanlongo, alla sua prima esperienza con il Centro Studi Storie di Jeri.

Laureata in giurisprudenza Emma Tanlongo è stata un’insegnate di diritto, economia e scienza delle finanze.

Il ritrovamento in cantina di una vecchia scatola di documenti mi ha dato lo spunto per raccontare la gloriosa storia di una nave, l’Olterra, conclusasi con la non facile operazione di rimorchio da Algeciras a Genova, effettuata da mio padre, il Capitano Superiore di Lungo Corso Giovanni Tanlongo (Genova 1907 – Bogliasco 1983) al comando di un’altra nave, il Cervino, al ritorno dal suo internamento a Buenos Aires

Dal giornale di bordo: Il giorno 8 novembre 1940, il rimorchiatore Argo ha iniziato il recupero della mia nave. I lavori relativi sono consistiti in: tamponare dall’esterno le valvole fuori bordo; sistemare due pompe per il prosciugamento del locale macchina ed altri locali allagati a poppa; sistemare una pompa a benzina per prosciugare la stiva ed altri locali a prua; prosciugare la nave e rimorchiarla ad Algeciras. Per il rimorchio è stato necessario l’ausilio del rimorchiatore R3 della Marina Spagnola ed il viaggio è stato scortato da due lance antisommergibili della stessa Marina, lasciando l’Olterra ormeggiata in Algeciras al suo posto attuale il 13 novembre 1940

Il racconto appassionato e appassionante di Giovanni Tanlongo e dell’Olterra è un’ottima chiusura per questo libro che consiglio a chiunque voglia scoprire qualcosa di più dei tre comuni di Bogliasco, Pieve Ligure e Sori.

A dire il vero, manca all’appello l’ultimo capitolo che, come per i precedenti numeri, è dedicato alla BORSA DI STUDIO del Centro Studi Storie di Jeri.

Il tema di quest’anno era Intervista un anziano.

Ecco i vincitori: ALESSANDRO BERRETTI, I miei nonni e l’alfabeto muto: una storia romantica d’altri tempi – AJET STAFASANI, Vita vissuta in altri tempi e luoghi – FRANCESCA PUGLISI, Vita quotidiana dei miei nonni.

Per finire vi anticipo che nella mattina di sabato 22 aprile, presso il salone della parrocchia di Bogliasco, si terrà la presentazione del Quattordicesimo quaderno di storia locale del Centro Studi Storie di Jeri. Magari più avanti vi dirò qualcosa di più, sappiate però che a tenere banco sarà niente meno che il professor Franco Bampi.

Ingresso libero, ovviamente. Tenetevi liberi. Ne ascolterete delle belle!

Bene, sono arrivato alla conclusione.

Mi scuso pel la lunghezza della pagina, ma gli argomenti erano tantissimi e tutti meritevoli di attenzione.

Mi scuso anche con gli autori per non aver approfondito quanto avrei voluto, ma la pagina è venuta fin troppo lunga, e il suo intento è quello di invogliare le persone a leggere i quaderni, non di tediarle con fiumi di parole.

Alla prossima

D.

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Pubblicato da lincredibilestoria

Sono nato a Genova nel 1973 e sono sempre vissuto a Pieve Ligure, nel Golfo Paradiso, dove tuttora vivo con mia moglie e i miei due figli. Laureato in Economia Marittima e dei trasporti sono impiegato nel settore del commercio. Appassionato di musica e letteratura, negli anni 90 ho realizzato con alcuni amici il sito web www.luciobattisti.net, ossia il primo sito web dedicato a Lucio Battisti, purtroppo oggi non più attivo. Il mio primo romanzo “L’incredibile storia di Marrazzo che non credeva ai fantasmi” (LFA Publusher, 2019) è stato finalista della seconda edizione del concorso “Romanzi in cerca di autore” realizzato da Passione Scrittore in collaborazione con Mondadori Store e Kobo Writing Life. Il secondo, “Frammenti di razionale confusione” (New-Book Edizioni, 2019), uscito nel solo formato digitale, è menzionato speciale del secondo Concorso Letterario New-Book Edizioni. Nel 2020 un mio racconto dal titolo "Vicoli" viene incluso nella collana "Racconti liguri. Vol. 2" (Historica Edizioni EAN: 9788833372013) grazie al concorso indetto dalla Historica Edizioni "Racconti liguri 2020". Il primo volume dell'antologia "Un Natale Horror 2020" (ISBN 9798581288856 - letteraturahorror.it) contiene un mio racconto dal titolo "Alcune distrazioni". Nella raccolta "Corde, delitti e altri misteri" (ISBN ‎ 979-8784705129 - #autorisolidali, dicembre 2021) è incluso un mio racconto dal titolo "La ragazza della cisterna di Ponte Vecchio". "Il racconto di un piccolo cane" appare nell'antologia "Letteratura per il nuovo millennio" (ISBN 978-88-946367-8-9 - QUIA Edizioni, giugno 2022). "Storie di treni, di stazioni e di esplosioni" è inserito nella raccolta della ivvi.it "Scrittori italiani, libro rosso" (settembre 2022). Nel novembre del 2022 la Brè Edizioni pubblica "C'era una volta Lorenzo - Gli ultimi istanti di un uomo sbagliato" (ISBN-13 ‏ : ‎ 979-1259702838), finalista della sesta edizione dell’iniziativa letteraria Fai viaggiare la tua storia, organizzata da Libromania con la collaborazione di De Agostini Libri. Dalla collaborazione con il Centro Studi Storie di Jeri, che si occupa di storia locale inerente ai comuni di Bogliasco, Pieve Ligure e Sori, nasce la pubblicazione del saggio "La favola del castello di Pieve Ligure" nel XV Volume dei Quaderni di Storia Locale (Novembre 2023). La giuria del Premio Letterario Internazionale Casinò di Sanremo Antonio Semeria ha scelto il racconto "Dall’alba al tramonto" per essere inserito nell’antologia dedicata al centenario calviniano dal titolo Camminando sul sentiero dei nidi di ragno (De Ferrari, EAN 9788855036320, Dicembre 2023).