Agostino Colletta: il poeta della cartolibreria

31 dicembre, diluvia…

Non non è l’inizio di una poesia, anche perché io di poesie ne capisco davvero poco. Purtroppo è il tempo che non ci vuole far festeggiare come si deve l’ultimo giorno di questo 2023.

Così ne approfitto per parlarvi di un altro pievese (anche se acquisito) da non dimenticare.

Stanotte, non mi chiedete perché, intorno alle 4 e mezza mi sono svegliato.

Non so cosa avessi sognato, fatto sta che avevo in testa un libricino dalla copertina verde, un cimelio del passato.

Ho ragionato su cosa contenesse e mi sono chiesto: ma perché finora non mi era venuto in mente?

Allora ho fantasticato sull’episodio e, si sa… alle 4 e mezza di mattina non è che si è proprio lucidi!

Fatto sta che mi sono mezzo convinto che il signor Agostino Colletta sia venuto a trovarmi per darmi una svegliata…

Insomma, proprio io che mi impegno a salvare storie del mio territorio, ne ho una in casa da quando ero bambino e non ho mai pensato di scriverla?

Tra l’altro, detto chiaro, ho poco da scrivere, perché il signor Agostino Colletta ha fatto tutto per me.

Ben quaranta e passa anni fa.

Ma procediamo per gradi.

Primo: raccontiamo chi era per me Agostino Colletta.

Anzi A. Colletta, perché nel libretto che mi aveva regalato si era firmato così in copertina. E così io l’ho memorizzato.

Facile: uno sconosciuto, o giù di lì.

Un presunto poeta di Pieve Ligure che in un giorno chissà quando nel tempo era andato a leggere alcune sue poesie nella mia scuola (e non sono nemmeno sicuro che le cose sia andate così, ma facciamo che lo siano).

Una in particolare, parlava del pappagallo Portobello, a me aveva fatto ridere.

Immagino che per questo io gli avessi detto qualcosa di carino.

Qualcosa che ha fatto sì che questo gentile signore, che per me al momento, lo ripeto, era uno sconosciuto (anche se non lo era ma non lo sapevo e tra poco vi dirò perché) si mettesse di buona lena con la sua macchina da scrivere e ricopiasse per me e per mio fratello quelle che riteneva essere le sue poesie più adatte a noi (o le sue più belle, non so).

Insomma che passa il tempo, io mi dimentico della cosa, poi capita che il mio disegno per la festa della mimosa vinca un premio, e durante la premiazione il signor Colletta, ospite d’onore, rilegga le sue poesie.

E, immaginando di trovarmi lì, oppure sapendolo… (non so e non ricordo come siano andati i fatti davvero, anche perché sono passati davvero troppi anni) mi consegni questo libricino.

Dopo aver corretto il mio nome, perché non lo ricordava e lo aveva appuntato a matita (sbagliato, ma va bene così).

Fine.

Per tutti questi anni per me A. Colletta era un poeta che per gentilezza mi aveva fatto un dono.

Alle 4 e mezza di stamattina il suo cognome si ripeteva nella mi a testa in continuazione.

Sembrava dirmi: non ti ricordi di me? Perché non rendi onore al mio passaggio? Prendi il libretto, leggilo (che lo sappiamo entrambi che finora non l’hai mai fatto!).

Vedrai, dovrai lavorare poco perché ho fatto tutto io.

Perché, come tutti, ci tenevo a essere ricordato. E tu con il tuo blog puoi farlo.

Così stamattina sono andato ad aprire dei vecchi scatoloni, e tac. Il libricino verde era lì in prima fila.

Nella prima scatole che ho aperto.

Mi aspettava.

E guarda un po’… il dubbio che mi era venuto durante le mie elucubrazioni notturne era proprio realtà.

Il cognome Colletta era legato anche a un altro ricordo infantile: era del proprietario della cartolibreria sotto casa mia quando ero bambino.

Il giornalaio all’inizio di via Campodonico che metteva fuori, proprio dove noi bambini prendevamo il pulmino, un espositore pieno di bei giocattoli succulenti: soldatini, macchinine, palloni!

Ma vuoi dirmi che l’A. Colletta delle poesie altri non era che l’Agostino Colletta della cartolibrerira?

Già.

E come mai non avevo mai fatto questa associazione?

Chissà. Ma so che è così perché me lo aveva scritto lui.

Ci teneva a essere ricordato, ve l’ho detto.

E lo credo bene visto che ne aveva motivo.

Aveva lavorato nella moda, scriveva poesie. Era una persona eclettica, non solo un semplice giornalaio come, magari, ancora qualcuno di voi lo ricorda!

E io, che per tanti anni avrei potuto accontentarlo, tenendo vivo il suo ricordo, finalmente lo faccio.

Come?

Con le sue poesie.

§Nel libercolo che mi ha donato sono divise in due sezioni: la prima è dedicata a Trilussa ed è scritta in romanesco; la seconda, in memoria della moglie, è in italiano.

Ma prima copio-incollo la biografia trasmessa da Radio Tigullio di Santa di Margherita Ligure nell’agosto 1979 che aveva trascritto per farmi sapere chi era stato prima di diventare il giornalaio di Pieve.

AGOSTINO COLLETTA nato a Montalto Marche (AP) il 15/1/1907

Vissuto precedentemente a Milano in qualità di Modellista dell’Alta Moda Femminile nelle principali Case di Moda Italiane, che gli hanno permesso di vestire le più grandi personalità del mondo artistico e aristocratico, quali la regina Farida di Egitto prima moglie di Re Faruk, l’Imperatrice di Persia Fazia prima moglie dello Scià e la principessa di Sassonia, ecc.

Grandi Danzatrici, fra le quali Lia Ruskaja, una delle più grandi danzatrici di tutti i tempi.

Grandi Attrici teatrali e cinematografiche italiane e di Hollywood.

I suoi modelli erano presenti nelle più grandi sfilate di alta Moda del mondo unitamente ai più grandi Sarti francesi come Christian Dior, Jean Patou, Molinoux, Balenciaga, Nina Ricci,ecc.

Insignito del titolo di Maestro, è stato anche Presidente dell’Artigianato dell’Abbigliamento di Milano e provincia e commissario agli esami al Consorzio dell’Istruzione Tecnica.

Da circa 20 anni, per ragioni di salute, è approdato a Pieve Ligure, che gli ha offerto molte soddisfazioni.

Ha gestito per parecchi anni una cartolibreria in collaborazione con la sua cara moglie (purtroppo da poco deceduta) attirandosi la simpatia di quasi tutti i Pievesi.

Abbiamo voluto accennare il passato di questo uomo perché ci interessa sottolineare la Vena Artistica di ottimo disegnatore e poeta dialettale.

Ammiratore di Trilussa, ha composto in omaggio al grande Poeta romano numerose poesie, riprendendo da questo lo stile e lo spirito sull’attualità dei tempi in cui viviamo.

Molte sue poesie mettono in mostra l’amore per gli animali, particolarmente per i cani, queste povere bestiole che hanno tanto amore per gli uomini, non sempre da questi contraccambiato.

Queste poesie ricalcano in modo vario lo spirito di Trilussa, pur senza la pretesa di voler gareggiare con lui, riprendendo il gusto della satira di costume.

Della sua opera non vogliamo dire altro. Lasciamo gli ascoltatori valutarne meriti e demeriti.

Ricordiamo comunque che ha partecipato a Santa Margherita Ligure qualche mese fa al Concorso Poeti Nostri, intitolato alla memoria del poeta Sammargheritese Franco Delpino, scomparso quindici anni or sono.

Le sue poesie sono state apprezzate dalla Giuria composta da Professori, Poeti, e Giornalisti, ottenendo il secondo posto con segnalazione di merito.

Mario Volpe

Alcune delle poesie che leggerete (anche se non so quali) sono state pubblicate dal periodico indipendente di attualità il TIGULLIO.

Altre sono state trasmesse dalla R.T.A. (RADIO TIGULLIO ACTIVITY) di Santa Margherita Ligure il 24 gennaio 1978 e da RADIO CAMOGLI il 5 febbraio 1978.

Diverse sono state premiate: una si è classificata seconda al Primo Concorso Nazionale Poeti Nostri intitolato alla memoria del poeta Sammargheritese FRANCO DELPINO il 2 aprile 1978.

Un’altra terza al Secondo Concorso Nazionale POETI NOSTRI di Santa Margherita Ligure del 1979.

Piccole grandi soddisfazioni che raccoglieva. So come funziona, se date un’occhiata alle pagine di questo blog vedrete che lo faccio anch’io.

Cose che il tempo avrebbe cancellato.

Ma Agostino Colletta era stato previdente e aveva scritto un libricino verde. Magari anche più di uno, immagino.

Uno è rimasto chiuso in una scatola per tanti anni, ma per sua fortuna lo aveva donato alla persona giusta.

Anche se un po’ lenta (c’ho messo solo 40 anni!)

Buona lettura e buon anno

D.

Ci rileggiamo nel 2024

POESIE

IN OMAGGIO

A

TRILUSSA

ER PAPPAGALLO DE PORTOBELLO

Tortora dice alla Signorina

Giacobone: “s’avvicini

a questo mascalzone”.

Portobello

Portobello

Portobello…

Faccio er muto,

non lo nego,

ma so mica scemo.

Se parlo er premio

se lo beccano loro,

anche se a me non serve,

in cambio non me denno gnente.

Portobello

Portobello

Portobello…

Ma perché me fanno sempre sta proposta?

Io sò un birbone

ma loro ci ‘ànno

na bella faccia tosta.

Portobello

Portobello

Portobello…

Mè sò scocciato

de sto ritornello

Vojo ritornà ne la foresta

c’è na pappagallina

che m’aspetta.

Dove ci sono tanti

fiori che cantano

l’inno al sole.

Portobello

Portobello

Portobello…

Lo poi ripete fino

alla fine der mondo,

tanto non me smollo

faccio er tonto.

In omaggio a Trilussa e al Sindaco di Bogliasco

NON SEMPRE L’OMO E’ L’AMICO DER CANE

Ore ce se mette pure

er Sindaco co li

Consiglieri Comunali

a fà la guerra a sti poveri animali.

Ha emanato un ordine

der giorno

che vieta a li cani

d’entrà ne li pubblici locali.

Cè’ là co ‘ste povere bestiole che,

in fatto di fedeltà

e di onestà,

l’omo cià tanto da imparà.

Però, s’era più accorto,

poteva invità li padroni

a portà li cani

a guinzajo corto.

Forse ha creduto de

fallo a fin di bene.

O l’ha fatto per l’igiene?

Perché allora li negozianti

maneggiano li luridi denari

poi te servono

Er pane,

Er prosciutto

E li salami?

DIK, che’ un cane

intelligente

ed è un Mastino,

vorrebbe organizzà

er Sindacato Italiano Canino.

E se dоро

fanno subito n’o sciopero?

Li Vigili Urbani

dovrebbero sostituì li cani

a portà sottobraccio

li ciechi a spasso.

Li Consiglieri e l’Assessori

dovrebbero annà scòla

pè ‘mparà a fiutà

la droga.

E li cittadini

d’arto rango,

sostituì li cani

poliziotti e da valanga.

Ma Signor Sindaco…

Lasciamo perde….

Ce’sò già li Svizzeri

che sò razzisti

che vietano l’ingresso

ne li pubblici locali

a lì cani

e all’Italiani.

NA CAGNETTA IN VIAGGIO

Laica,

na cagnetta tanto bona e brava,

decide de fà un viaggetto.

Và alla stazione,

s’alza su le zampette

e fà er bijetto.

Lo porge al controllore

pe fasselo bucà.

Questo je dice che non pò viaggià:

la museruola deve portà.

La cagnola smania

e fa un sacco de proteste,

ma il controllore

je la mette.

Non pò più parlà.

Je vorrebbe di

che à lasciato passa un rapinatore

e dentro a la saccoccia

ciaveva un detonatore.

In treno potrebbe

fà un disastro,

artro che un morso

ad un porpaccio!

ER CANE RANDAGIO

M’aggiro inutirmente per i vicoli

tra i bidoni e la monnezza

pe trovà n’avanzo de bistecca.

M’avvicino a n’omo

che me sembra tanto bono,

ma me tira na pedata

e per poco l’ho schivata.

Me s’avvicina na donnetta,

me fa na carezza

ma non me dè gnente da magna.

Entro in una chiesa

che è la casa di Dio

e ce dovrebbe sta

la gente bona.

Me viene incontro

un’omo vestito de nero,

che agita un cero

e me fà scappa.

Non c’è più religione,

non c’è più bontà.

L’AUTOMOBILE AUTOMATICA

A Giggè, ho deciso:

me compro na macchina

cor cambio automatico.

E che sei, un minorato?

No, è pe sentimme più rilassato.

Ho sentito dì che l’ottanta

per cento dell’americani

sò tutti automatizzati.

Se vede che sò quasi

tutti disgraziati.

Voi mette:

er cambio a mano è na pacchia.

Te fa passà er tempo.

Abbassi la frizione,

innesti la marcia,

fai la doppietta.

Dalla seconda passi alla terza,

è na bellezza.

In prossimità de na curva

innesti la marcia a la rovescia

e pei fà a meno de frenà.

Ma che me stai a raccontà!

Tu fai come quello che preferisce

avè le purgi addosso e pure le piattole

per il piacere di grattassele!

I TEMPI IN CUI VIVIAMO

Non bisognerebbe avè

l’orecchie pè senti

e l’occhi pè guardà

le cose come stanno

perché ciavemo l’anni contati

e la gioia se sconta piagnenno.

Se dovrebbe vive sempre ridenno

e buttà tutto in cagnara

perché la vita è na buffonata

La società rispecchia l’abbuffata.

MODI DI DIRE

Oggi ho lavorato come un cane.

Non ho visto mai er cane mio lavorà.

M’arzo alla mattina alle cinque

e comincio subito a damme da fà,

Er cane seguita a dormì

fino alle sette,

s’arza, se lecca le zampette

e fa la toelette.

Va sul balcone a baià

a la gente frettolosa

che va a lavorà.

Più tardi vò scappà

pe fà la passeggiatina,

poi vò magna

e se torna a sdraia.

E’ na vita da cane !

Certo.

Per il padrone, nò per il cane!

ER CANE IN CASA

Spaparacchiato sotto un tavolo

me faccio dei pisolini

e penso a li fattacci mia.

Fra una pennechella e l’altra,

sogno nà bistecca,

n’osso

e una bella cagnetta.

Ma sto sempre all’erta:

s’entra quarcuno

che nun me’ và

io non sò parlà,

e pe protesta,

je devo abbaià !

ER PATER NOSTRO

Inizia pure sta preghiera,

ma cerca de riflette

prime de promette.

Non te pija st’impegno

se non si capace a mantenello.

PADRE NOSTRO CHE SEI NEI CIELI

SIA SANTIFICATO IN TUO NOME

VENGA IL TUO REGNO.

Sai che vor dì?

Un regno di giustizia

di pace e di fraternità.

Però la giustizia dell’omini

purtroppo se lascia desiderà.

SIA FATTA LA TUA VOLONTÀ

Se non te fa comodo

manco questa te senti d’accetta.

DACCI OGGI IL NOSTRO PANE

QUOTIDIANO.

E tu pensi subito ar domani.

Te dai tanto da fà

a lavora,

a trafficà,

magari anche a imbroglià.

Senza pensà, che te verrà a mancà li giorni

anziché li sordi.

RIMETTI A NOI I NOSTRI DEBITI

COME NOI LI RIMETTIAMO

AI NOSTRI DEBITORI.

Na piccola offesa

o un rimbrotto,

sei capace die cacciaje

pure nell’occhio.

Per quelli materiali poi

je fai firmà pure

le cambiali.

NON INDURCI IN TENTAZIONE

MA LIBERACI DAL MALIGNO.

Co la malignità che ci hai in corpo

c’è poco da sperà.

Cristo non lo poi ingannà

e per fesso non lo poi pijà.

Je poi chiede misericordia

con amore e umiltà,

ma lascia perde la menzogna

se te voi salvà.

ER DUE NOVEMBRE

Sulla via dei cipressi

donne bambini e vecchi

carichi de fiori

candele candelabri e candelotti.

Sta festa è più pe li vivi

che pè li morti.

Se l’anima ar momento

de la morte, se libera

dar corpo e vive accanto

a Dio e alle persone care,

che bisogno c’è d’annà

a onorà l’ossa?

Mentre giro l’occhi

fra le tombe,

vedo un vecchio che piagne

sulla tomba della persona amata

È rimasto solo,

la solitudine è peggio de la morte

la conseguenza estrema è la pazzia

Je rimasto solo er cane

a faje compagnia.

Nà giovane donna

piagne a dirotto

su la tomba der marito.

Nun se sà, se piagne

de core o p’è rimorso,

ripensanno alle corna

che ja messo.

Anche le cose serie

come la morte,

c’è sempre quarche cosa

che fa ride.

Sulla tomba d’una

allegra e bona donna

c’è scritto che fu campione

di virtù.

Ma er sù corpo lo cedeva

a chi pagava de più.

Sulla tomba d’un avaro

ed egoista, dice che fù

caritatevole e altruista.

Quella d’un farabutto

ladro e sfruttatore,

dice che fu un onesto lavoratore.

C’ò ale lapidi fasulle

c’è se potrebbe lastricà na strada

intitolata via delle fogne

e de le menzogne.

La corpa è de li parenti

che l’a scritte,

p’è fà bella figura n

un sapenno che li morti

subiscono la metamorfosi.

Come quei bruchi

che diventano farfalle,

vibrandosi nell’aria

come fantasmi ci

girano intorno.

Di giorno e di notte

Sono tutti eguali

co la morte.

(A. COLLETTA)

Alla memoria della mia cara moglie

POESIE

(in italiano)

RIFLESSIONI

LO SCOGLIO

Irto, possente

emerge dal mare

baciato dal sole

lambito dall’onde

LA VELA

Leggera, veloce,

sospinta dall’alito del vento

verso l’infinito mare.

IL FARO

Lenta, rotante

sul mare buio,

luce della speranza

nella solitudine.

LA BREVITÀ DELLA VITA

Mentre sorge l’aurora,

le stelle si spengono.

Segue l’alba,

il giorno…

Ed è già notte.

L’INNO AL SOLE

Splendere è la tua gioia

o grande astro.

I tuoi raggi come frecce d’oro

fanno sbocciare i fiori

in mille colori

Trasformi i ruscelli

in cascate di scintille.

Il tuo calore accarezza

i nostri corpi supini

sulla spiaggia.

Riscaldi il mare,

il vecchietto sulla panchina,

l’immobile lucertola sulla pietra,

la farfalla sul petalo di un fiore.

Senza di te la morte,

ma tu dai la vita, la felicità

e nulla chiedi in cambio

all’umanità.

Mentre noi miseri vermi mortali,

privi di calore umano

pieni di cattiveria e di boria

magari… pretendiamo anche la gloria.

LA FORESTA

(PAURE INFANTILI)

Ombre nere /

Vento /

Turbine di foglie morte /

Urla sinistre di uccelli notturni /

Ombre vaganti /

Anime perse/

Occhi luminosi che mi fissano /

Vedo un buco nero nel cielo /

Una stella che muore/

Un brivido di sgomento mi pervade

come un brivido di morte /

PREGHIERA

Ammira il creato/

Un campo fiorito/

Una rosa sbocciata /

Il grano dorato/

Ammira un tramonto infuocato /

La luna che splende sul mare /

Un cielo stellato /

Ammira le montagne innevate /

La mimosa fiorita/

Un mare agitato /

Ammira il volo dei gabbiani /

Il canto degli uccelli/

La ginestra in fiore/

Ammira il creato

e loda il Creatore/

A. COLLETTA

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Pubblicato da lincredibilestoria

Sono nato a Genova nel 1973 e sono sempre vissuto a Pieve Ligure, nel Golfo Paradiso, dove tuttora vivo con mia moglie e i miei due figli. Laureato in Economia Marittima e dei trasporti sono impiegato nel settore del commercio. Appassionato di musica e letteratura, negli anni 90 ho realizzato con alcuni amici il sito web www.luciobattisti.net, ossia il primo sito web dedicato a Lucio Battisti, purtroppo oggi non più attivo. Il mio primo romanzo “L’incredibile storia di Marrazzo che non credeva ai fantasmi” (LFA Publusher, 2019) è stato finalista della seconda edizione del concorso “Romanzi in cerca di autore” realizzato da Passione Scrittore in collaborazione con Mondadori Store e Kobo Writing Life. Il secondo, “Frammenti di razionale confusione” (New-Book Edizioni, 2019), uscito nel solo formato digitale, è menzionato speciale del secondo Concorso Letterario New-Book Edizioni. Nel 2020 un mio racconto dal titolo "Vicoli" viene incluso nella collana "Racconti liguri. Vol. 2" (Historica Edizioni EAN: 9788833372013) grazie al concorso indetto dalla Historica Edizioni "Racconti liguri 2020". Il primo volume dell'antologia "Un Natale Horror 2020" (ISBN 9798581288856 - letteraturahorror.it) contiene un mio racconto dal titolo "Alcune distrazioni". Nella raccolta "Corde, delitti e altri misteri" (ISBN ‎ 979-8784705129 - #autorisolidali, dicembre 2021) è incluso un mio racconto dal titolo "La ragazza della cisterna di Ponte Vecchio". "Il racconto di un piccolo cane" appare nell'antologia "Letteratura per il nuovo millennio" (ISBN 978-88-946367-8-9 - QUIA Edizioni, giugno 2022). "Storie di treni, di stazioni e di esplosioni" è inserito nella raccolta della ivvi.it "Scrittori italiani, libro rosso" (settembre 2022). Nel novembre del 2022 la Brè Edizioni pubblica "C'era una volta Lorenzo - Gli ultimi istanti di un uomo sbagliato" (ISBN-13 ‏ : ‎ 979-1259702838), finalista della sesta edizione dell’iniziativa letteraria Fai viaggiare la tua storia, organizzata da Libromania con la collaborazione di De Agostini Libri. Dalla collaborazione con il Centro Studi Storie di Jeri, che si occupa di storia locale inerente ai comuni di Bogliasco, Pieve Ligure e Sori, nasce la pubblicazione del saggio "La favola del castello di Pieve Ligure" nel XV Volume dei Quaderni di Storia Locale (Novembre 2023). La giuria del Premio Letterario Internazionale Casinò di Sanremo Antonio Semeria ha scelto il racconto "Dall’alba al tramonto" per essere inserito nell’antologia dedicata al centenario calviniano dal titolo Camminando sul sentiero dei nidi di ragno (De Ferrari, EAN 9788855036320, Dicembre 2023).