Diario di bordo

10/9/22: l’annuncio dopo la firma

Evvai! Anche il mio ultimo lavoro, quello finalista al concorso di Libromania, pare aver trovato casa

4/11/22: durante la rilettura

Ho pensato di tenere traccia di quello che sto vivendo nell’attesa della pubblicazione del nuovo libro. La prima cosa che voglio dire è che mi sento inadeguato.
Ragazzi! Sto rileggendo Lorenzo (lo chiamo così, ma non è questo il titolo) per dare l’ok finale alla casa editrice e mi sembra impossibile che sia uscito dalla mia testa. Cioè, io non sono mica capace di fare una roba del genere! E non perché sia bella o che so io… è complicata, ecco cosa.
Quando ho cominciato Lorenzo tantissimi anni fa l’ho abbandonato quasi subito perché era un progetto difficile, al di sopra delle mie possibilità. Dopo aver terminato Marrazzo e Frammenti l’ho ripreso… ma non pensavo di arrivare alla fine e invece… sarà che quello è stato un periodo florido e ispirato, fatto sta che ci sono riuscito. Però mi ha spremuto così tanto che dopo, a parte un paio di raccontini, non ho più sentito la necessità di scrivere niente.
Per farla breve: non so più scrivere, lo confesso. Non in quel modo, almeno.
Va be’, ora torno a leggere.
Se vi va seguitemi, e se non vi va… fate come vi pare. Io il diario di bordo lo tengo lo stesso.

5/11/22: la copertina parte I – i disegni di Luca

Parliamo della copertina… se voi aveste un figlio di 13 anni che fa queste cose non valutereste l’idea di usarle per la copertina di libro?

Io le ho proposte, ma non mi sembravano molto convinti dall’altra parte. Vedremo

6/11/22: la copertina parte II – il mio disegno

Una cosa è certa, le potenziali copertine disegnate da Luca sono di gran lunga migliori di quella che avevo abbozzato nel 1997, quando avevo scritto una primissima versione di Lorenzo. Il titolo del disegno era “Empatia”. A quei tempi avevo letto da poco Il giovane Holden e volevo qualcosa di simile alla famosa copertina tutta bianca. Di quel lavoro ho salvato solo alcune idee, ma è bello sapere che nel libro c’è qualcosa anche del ragazzo che sono stato. La struttura di allora era diversa, l’idea era di dividerla in cinque parti, cinque stati d’animo: Paura, Odio, Amore, Confusione e Perdono. Una vera porcata, ho provato a rileggerlo e non sono riuscito. Invece il libro che uscirà tra poco sarà bellissimo, o almeno lo spero.

7/11/22: sono fuori moda

Ecco… c’è una cosa che più di tutte mi è saltata all’occhio durante la rilettura di Lorenzo: sono fuori moda.
Cioè, cavolo! Dai, lo sanno tuti che ora tirano i gialli leggeri, e io cosa faccio? Mi infilo in un distopico psicologico, nemmeno troppo leggero, tra l’altro.
Oh, però è un distopico psicologico, nemmeno troppo leggero fighissimo. Parola di lupetto!
E comunque dai! Diciamolo una volta per tutte: i gialli leggeri hanno rotto.
Vuoi mettere con un distopico psicologico, nemmeno troppo leggero?
Che poi a me i gialli piacciono pure. Anzi, ne sto scrivendo uno da più di un anno. Aspetto solo che passi di moda il genere per finirlo.
Comunque, tornando a Lorenzo, sono fiero di me: è proprio un bel libro.
Non ci credete?
Beh, allora quando uscirà lo prendete, lo leggete e lo giudicate. Se non sarà bello mi beccherò i vostri insulti.
Ma non succederà. E in ogni caso, da buon genovese, non vi rimborserò.
Alla prossima
PS. sono fuori moda, è vero. Ma mi sa che mi piace esserlo.

8/11/22: la trama

In effetti ancora non ho detto quale sarà il titolo. Va be’, ma tanto non c’è fretta.
Invece ho pensato di condividere quella che sarà la trama ufficiale negli store e sul libro.

Eccola:

A settantanove anni, Lorenzo De Marchi è un uomo solo, che passa le giornate seduto su una panchina del parco sotto casa, spiando le solite mamme con i soliti bambini e i soliti cani con i soliti padroni. È un vecchio triste, che si biasima per essere stato un marito assente e un pessimo padre.
A vederlo così nessuno immaginerebbe che una trentina d’anni prima Lorenzo fosse arrivato a un passo dall’essere eletto Presidente della Repubblica, né tanto meno sospetterebbe che la sua coscienza sia tormentata da ventisette cadaveri, ventisette anime che gli impediscono di dimenticare le sue colpe.
Dopo una caduta dalle scale del suo palazzo, con una serie di flashback, Lorenzo ripercorre la propria storia e quella del suo alter ego onirico C’era una volta, un latitante che, insieme ad altri otto sventurati, occupa una miniera di manganese della val Graveglia.
Da chi o da cosa si nasconda C’era una volta, è quanto cerca di scoprire Lorenzo, sicuro che nel mistero sia racchiusa la chiave del loro legame.
Cosa celano gli ultimi istanti di un uomo sbagliato?
Un libro insolito, indifferente alle mode e alla tendenza del momento. Una corsa surreale in un mondo distopico. Una favola spietata che accompagna i lettori tra i meandri nascosti della mente di un uomo oppresso dal senso di colpa. Un viaggio emozionante attraverso lo spazio e il tempo, ricco di colpi di scena e dall’epilogo tutt’altro che scontato.

9/11/22: la narrazione scomposta

Già con Marrazzo, ma soprattutto con Frammetti, avevo provato questo approccio che ho chiamato scomposto. Non so che nome abbia davvero, ma ci sono molti esempi sia nella letteratura vera sia nel cinema. In pratica consiste nel prendere una storia lineare e scomporla, tipo puzzle per capirci. L’idea è di mostrare gli eventi saltando di palo in frasca. Cioè, non è proprio così, perché affinché tutto regga si devono stabilire regole, seguire una logica credibile. Insomma, per farla corta, se il gioco riesce, una trama tutto sommato semplice diventa complessa. Se poi riesce bene, diventa anche affascinante.
Ecco, io direi che Lorenzo sia affascinante. Chiaro, non sono obiettivo, si tratta della mia creatura. Ma se avete voglia di una lettura diversa, questa potrebbe essere un’occasione.
Fine dello spot pubblicitario.

10/11/22: il titolo

E comunque il titolo sarà molto semplice: C’era una volta Lorenzo.

Poi c’è anche il sottotitolo: gli ultimi istanti di un uomo sbagliato.

Tutto qua

11/11/2022 ore 11 e 11: la pubblicazione

Ho ventisette anime sulla coscienza, so con esattezza il numero. Ho cercato qualcuno da incolpare al posto mio e, quando l’ho trovato, l’ho massacrato con la foga di un animale. Per tutto ciò posso ancora credere che se un dio ci fosse, forse potrebbe anche perdonarmi. Ma ho lasciato che i miei figli crescessero senza un padre, che mia moglie morisse aspettando che la capissi. Per queste colpe, ne sono sicuro, anche il più clemente dio non potrebbe avere pietà.

Il libro è disponibile in formato digitale e cartaceo

13/11/22: La mia presentazione

Provo a parlarvi un po’ di me e del mio C’era una volta Lorenzo.
Evito di tediarvi con la trama, per quella basta cercare in rete e, se tutto funziona bene, chi è interessato può trovare le varie informazioni.

Preferisco concentrarmi su due punti che mi sembrano interessanti: il percorso che ho seguito prima di mettere la parola fine al lavoro e quello successivo che ha portato alla sua pubblicazione.


C’era una volta Lorenzo, in una prima versione scarna (chiamiamola giovanile) risale al 1997. Di quel testo sono rimaste alcune idee, nemmeno poche alla fin fine.

Tenete conto che dal 2000 al 2014 non ho sentito l’esigenza di scrivere nulla: ho messo su famiglia, insomma ho avuto altre priorità.

Dal 2014 qualcosa ha risvegliato la vecchia fiamma: il prepotente, come l’avevo chiamato allora.

Da lì ho messo mano al materiale che mi era sembrato buono dell’io del passato (che per distinguere dall’io di adesso avevo nominato Daniele Enne) e al contempo ho iniziato a lavorare su cose nuove.

Sono venute fuori le mie due prime pubblicazioni: L’incredibile storia di Marrazzo che non credeva ai fantasmi (materiale nuovo) e Frammenti di razionale confusione (materiale vecchio rinnovato).


Lorenzo era lì, mi chiamava, ma non mi sentivo all’altezza di affrontare un progetto così complesso. Perché per quanto possa sembrare semplice leggendolo, il lavoro che c’è dietro è stato per me enorme.

Considerate che non sono uno scrittore, cioè… è vero che qui nel sottobosco mi diverto a giocare allo scrittore, com’è vero che scrivo e che mi piace farlo, ma nella vita vera sono un impiegato che esce di casa alle 7 e mezza di mattina e rientra alle 7 e mezza di sera.

Quindi il fattore tempo è quello che è.

Poi c’è il progetto: Lorenzo è l’ultima fase di un processo cominciato con i precedenti libri, il mio punto d’arrivo nella sperimentazione della “narrazione scomposta”.

L’ho chiamata io così, non so come si chiami veramente. Un impegno che mi ha letteralmente svuotato. Non a caso, dopo non ho più scritto niente. Ho solo un nuovo progetto e non seguirà questo filone. Perché, se mai scriverò altro, dovrà essere diverso.


Spiego meglio il discorso della narrazione scomposta: ho spezzettato la trama, per poi ricomporla in maniera non lineare, seguendo delle regole che mi sono imposto. Spazio, eventi e tempo seguono quindi una logica che, se ho fatto bene il mio lavoro, risulta chiara solo a fine lettura.
Vengo ora al discorso pubblicazione.

Che il testo fosse buono me lo aveva confermato il fatto che fosse finito tra i finalisti del concorso di Libromania. Che non fosse commerciale (a me piacerebbe dire “che fosse di nicchia”, ma non so se meriti questa classificazione) me lo aveva dimostrato il fatto che non fosse arrivato tra i premiati.

Così sono andato alla ricerca di una casa editrice disposta a pubblicare qualcosa di nicchia e ho proposto a due piccole case mirate il testo.

Tutto ciò a quasi due anni di distanza dalla stesura finale, perché volevo essere sicuro che le cose fossero fatte bene, e non che l’entusiasmo e la fretta parlassero al posto mio.

Ne venivo da due esperienze non proprio idilliache, dal disincanto. Dalla certezza che il mondo della letteratura dei “grandi” non facesse per me, e non perché io soffrissi della sindrome di Peter Pan, ma perché è troppo difficile stare dietro ai meccanismi che lo caratterizzano.

Ho passato anni a provare e a osservare, e ho capito i miei limiti.
Tuttavia eccomi qui, con un libro nuovo, perché se un libro viene scritto c’è una necessità di fondo.

E una volta che è nato, poi non è giusto non dargli un’opportunità.

20/11/22: tra favole e passato

Il progetto originale, quello del 1997 prevedeva che le varie parti del racconto, i diversi stati d’animo di Lorenzo, venissero intervallati da delle favole. Ne avevo scritte due: La favola del cigno e del pesciolino (scritta per i bambini a cui facevo da educatore come volontario) e La favola della quercia (con cui avevo partecipato al concorso Andresen).

In seguito ho scritto altre due favole: La favola dell’amore (di ritorno dallo Zambia, questa però non faceva parte del progetto) e La favoletta del uomo e del gatto che fa da chiusura al libro (questa è recente, l’ho scritta durante un esercizio terapeutico che aveva lo scopo di sviscerare alcune cose nascoste con cui dovevo fare i conti).

Se non ricordo male l’estratto di un capitolo era poi diventato La paura e il mare (una specie di raccontino pubblicato nel giornalino dei Dik Dik).

Di certo facevano parte del progetto diversi racconti scritti in quegli anni, perché ero posseduto da una vera e propria ossessione, quella di scrivere un libro dentro a un altro libro (cosa che poi ho approfondito con Frammenti di razionale confusione).

Ne ricordo due in particolare, molto cupi, che si intitolavano Il significato della vendetta e Viaggio a Madrid.

Avevo pensato di usare anche La storia di Danos V e Monologo sulla mia vita, ma alla fine li avevo scartati.

L’unico racconto rimasto nel libro, anche se stravolto, è Se mio fratello avesse le ali sarei io.

06/12/22: la recensione

Non è facile scrivere un libro… o meglio… scriverlo è facile, tutto quello che viene dopo no. Così uno si chiede se ne valga la pena. E grazie al cielo ogni tanto arrivano cose come questa.

C’era una volta Lorenzo, per la precisione Lorenzo Massimiliano De Marchi, perché ai suoi genitori piacevano i nomi lunghi. Lorenzo sta morendo, ha settantanove anni ed è vecchio. È normale morire alla sua età, però non si sente pronto e anche questo è normale. Se non fosse caduto dalle scale sarebbe sulla solita panchina del parco, osservando le solite persone e i soliti bambini. Non è famoso ma qualcuno potrebbe ricordarsi di lui.

Era arrivato molto vicino a essere eletto Presidente della Repubblica, in più aveva svolto l’incarico di Ministro dell’Interno. Poi il suo tempo era passato e sperava che nessuno più si ricordasse di lui e di quello che aveva commesso: ventisette anime sulla coscienza e il numero lo sapeva con certezza, cercando un colpevole da accusare al suo posto.

C’era una storia, anzi c’è:

C’era una volta un gatto senza nome. No, un uomo a dire il vero, ma questa non è una battuta messa per gioco. O forse il gioco esiste, perché quel “c’era” ricorda molto una fiaba. C’era una volta un uomo, il quale una volta c’era e in modo molto netto. Il suo passato è importante, ma il presente lo inchioda nel ricordo e nella realtà di marito e padre senza successo. Prima di morire l’esistenza gli scorre davanti, ma non in fretta, il passato si mostra senza un senso logico, il tempo necessario a colpire i sentimenti. E in questo passato che scorre esiste anche un’altra persona, un altro Lorenzo (o forse no) che ha a che vedere con una particolare miniera di manganese ed è proprio lui che c’era una volta.

L’Italia è cambiata, anzi tramutata in una Repubblica Federale dall’anima instabile. Una specie di monito sulle possibili conseguenze di stare separati in casa, ogni regione garante del proprio orticello. Non è proprio una condizione che dobbiamo porre nell’ambito del fantastico…  Lo dico perché l’aspetto distopico del libro è molto forte, particolare, potente. È l’Italia di oggi, di questi anni, eppure tutto è diverso. Una ottima soluzione narrativa che voglio sottolineare.

Solo che l’autore non si è limitato a questo, ha aggiunto un elemento che molti scrittori temono ed evitano: affronta il difficile ambito del flusso di coscienza. Non voglio scomodare Faulkner (ci mancherebbe, ne siamo lontani), però il personaggio viene sviscerato in una preponderante prima persona narrativa, che continua a raccontarsi in modo profondo, ad analizzarsi, a giudicarsi, a mettere sul piatto del lettore la chiave di tutta la sua vita di uomo sbagliato, come in una confessione.

Non è possibile andare molto oltre nel parlare della storia, senza mettere in piazza dettagli su cosa c’è di sbagliato negli ultimi istanti di quell’uomo, aspetto che invece va assolutamente letto per poterlo scoprire. Questo anche per un altro motivo tecnico, in quanto si tratta di un romanzo breve di appena centoquaranta pagine circa. Tutto entra quasi immediatamente nel gioco narrativo e il flusso di coscienza diviene una palese dichiarazione di fiducia verso il lettore.

C’era un romanzo, anzi c’è:

Il romanzo, inteso come oggetto formato da pagine scritte, ha una interessante particolarità che forse è figlia del carattere dell’autore. Ovvero non ci sono ringraziamenti. L’autore preferisce non ringraziare nessuno. Rimane defilato dietro la storia, come uno scrittore dei vecchi tempi. Di più: nelle prime pagine non ha inserito nemmeno dediche o frasi celebri, che ora vanno molto di moda, e che in tanti casi paiono solo gratuito sfoggio. Dentro al libro c’è solo la narrazione, c’è solo lo scrittore, ci sono gli ultimi istanti di un uomo sbagliato.

È per me un grande onore essere per la seconda volta tra le pagine del blog di Massimo Fusai.

Vorrei fargli un monumento!!! Dirgli grazie non è sufficiente.

Ho già parlato di lui per un altro romanzo, che trovate a questo collegamento. Quindi non è un esordiente, si tratta anzi della sua terza pubblicazione. Tre romanzi tutti scritti con taglio molto particolare, affatto semplici nel loro schema. Uno scrittore che sceglie strade difficili e forse per questo non ha ancora una posizione certa nel panorama letterario, eppure è bravo. Solitamente un autore si concentra su scritture difficili quando ha dietro un percorso di crescita lungo, Daniele Naselli invece vuole subito dimostrare di avere una maturità ben definita. Ebbene sì, c’è l’ha.

E vissero tutti felici e contenti?

Non so se mi meriti tanto, ma lasciatemi gongolare.

17/12/22: la colonna sonora di C’era una volta Lorenzo

Ogni libro ha la sua colonna sonora, quella di C’era una volta Lorenzo è la Tarantella in Re maggiore dei Manoscritti infantili di Prokofiev

Ah, per la cronaca, a suonare è mio figlio Luca. In un video di ormai 3 anni fa.

La tarantella di Prokofiev che ossessiona il povero Lorenzo comincia dopo 6 minuti e 57 secondi.

18/01/23: La recensione di Alessandra Micheli del Blog Les fleurs du mal

Ecco cosa dice di C’era una volta Lorenzo il blog letterario Les fleurs du mal

Cosa accade a un uomo alla soglia del momento fatale?

Me lo chiedo e mi sento quasi soffocata da un terrificante senso di immensità. Anche io sarò vicino alla soglia, guarderò oltre il velo e qualcosa accadrà.

Cosa ci attende?

Vedrò il mio passato scorrere davanti a me?

Errori, rimpianti e gioie?

O incontrerò altre inquietanti verità, magari incastrando il mio significato di vita con quello di qualche alter ego?

Perché noi non siamo assolutamente tasselli isolati di un grande puzzle.

L’effetto farfalla è qualcosa che, un giorno spero, toccheremo con mano.

In questo testo che è al tempo stesso leggiadro eppure cupo, pesante, una sorta di cappa crepuscolare che pende su di noi, si affrontano tematiche forse scomode e al tempo stesso suadenti, in un universo fortemente distopico e al tempo stesso irreale.

Tutto è onirico.

Dall’evento che da vita a una rocambolesca sequele di immagini, a volte riguardanti l’esistenza di questo strano figuro, di questo Lorenzo che sembra non aver mai avuto davvero presenza reale nel suo mondo, fino a intersecare il ricordo di un esistenza mai davvero vissuta con quella di qualcuno che, invece, al contrario ha morso l’esistenza quasi con rabbia e ferocia.

La passione e la fede divengono quasi solitarie immagini che vagano attraverso le parole come fantasmi.

Un Lorenzo vive in modo evanescente senza mai sentirsi protagonista di un racconto ma quasi sempre comparsa.

E poi un altro Lorenzo, qualcuno che, in un tempo passato ha affrontato invece gli eventi come se a scriverli fosse lui, mai subiti, sempre cavalcati.

Cosa hanno in comune?

Quale sottile filo li unisce, intesse i destini fino a renderli parte dello stesso arazzo?

Non vi svelo certo il finale né il segreto del libro.

Posso dirvi che in quest’avventura strana eppure affascinate, ho compreso come in fondo non siamo altro che riflessi di qualche strana volontà aliena.

Che ci scinde in due personalità distinte, in due segmenti di una realtà che si divide come certe strade di montagna donandoci due bivi.

E quale realtà allora è davvero reale?

La vita proba, regolare e egoistica del primo Lorenzo?

O quella confusa, disordinata e caotica del secondo?

Quale sarà la storia che vi toccherà di più?

Il politico funestato da sensi di colpa distruttivi, che delega la vita all’egregora del potere?

O l’altro Lorenzo, quello che emerge da un passato difficile, violento eppure…ancora capace di tenere stretta a se una passione, un ideale un valore?

E anche se il tempo poi dissolve questi valori come se fosse cenere, nel vento, il rimpianto però di averli avuti, di non aver mai agito in nome della propria anima e sempre in nome del benessere, un po’ pungola e ferisce.

Un libro innovativo, a tratti weird che non può non rappresentare una nota di colore in questo mondo grigio di un panorama letterario che è funestato dal tedio baudelariano.

06/02/23: C’era una volta l’originalità

Morricone diceva a chi parlava di plagio che le note sono 7 (per convenzione 7, anche se poi sono 12).

Secondo me ognuno di noi ha qualcosa di unico che rende originale il modo in cui espone le idee che altri prima di lui hanno innestato nella sua testa.

Ecco perché per me l’unicità del singolo rende originale il risultato del suo lavoro, anche nei casi del più palese scopiazzamento.

Questa premessa per introdurre le recension di due scrittori che apprezzo molto.

La prima è di Jessica Beduschi

Davanti a un condominio, sull’asfalto duro di marmo, un signore provato dal peso della vecchiaia si ritrova a trascorrere i suoi ultimi attimi di vita… ed è proprio in quel momento terribile e angosciante che prende vita il romanzo.

Il lettore viene scaraventato in un turbinio di ricordi passati e presenti di Lorenzo De Marchi, ma nella mente di questo uomo si fa strada una verità molto più insidiosa, che striscia come qualcosa di oscuro, come se fosse un pezzo della sua anima che si aggrappa all’ultimo brandello di vita.

Il lettore viene poi catapultato in una realtà storica ben lontana dal presente della narrazione, ancora più remota dei ricordi del giovane Lorenzo.

Là si fa la conoscenza di C’era una volta Lorenzo e della sua compagnia. E si vivono le emozioni di questo lontanissimo Lorenzo. Possibile che tutte queste scene siano rinchiuse nella mente del vecchio De Marchi? Allucinazioni? Esperienze metafisiche?

Non svelo oltre di questa trama intrigante. L’autore incanta il lettore per come maneggia con maestria la tecnica della narrazione frammentata.

Un testo maturo e misterioso che va sorseggiato come un calice di vino delle migliori annate.

La seconda è di Gabriele Loddo, che tra le altre cose fa recensioni anche per il Gruppo ThrillerNord

Si dice che, in fin di vita, il moribondo veda scorrere davanti agli occhi tutta l’esistenza.

A Lorenzo De Marchi accade di più: oltre ai tanti ricordi trascorsi, l’uomo vede (e vive) le esperienze di uno o più Lorenzo De Marchi che non appartengono al suo vissuto, in un viaggio onirico che supera i confini dello spazio e del tempo.

È tutto un sogno? Sono gli scherzi incontrollabili che il cervello gioca durante gli ultimi istanti che precedono la morte? È il desiderio eterno che ogni uomo nutre, dentro di sé, di poter tornare indietro nel tempo e di poter modificare le scelte fatte nel passato?
La scrittura e la storia di Daniele Naselli sono una musica psichedelica suonata come un abile incantatore di serpenti. Ipnotizza e trasporta in mondi assurdi, sconosciuti, piani paralleli dove la realtà e la fantasia si mischiano tra loro, pur mantenendo intatti, ovunque ci si trovi, senso del rimpianto per gli errori e per i peccati che gravano come macigni sul cuore di chi li ha commessi.

L’autore mette il lettore difronte a una dura realtà: le scelte sbagliate che snobbiamo rimangono lì in un angolo recondito del nostro intimo, per tornare a roderci l’anima nel momento meno aspettato.
Originale. Lo consiglio a chi non volesse leggere la solita storia.

15/02/23

Un’altra recensione, una a cui tengo molto perché viene dal blog di Silvia Volpin The Tiny Fox in the box, il primo in assoluto ad aver recensito un mio libro, ai tempi del buon vecchio Marrazzo.

Eccola.

La trama di C’ERA UNA VOLTA LORENZO mi ha subito colpito per la sua semplicità, ma allo stesso tempo per il suo essere davvero particolare.

C’ERA UNA VOLTA LORENZO, infatti, appare come una sorta di slice of life dove, in punto di morte, il protagonista ripercorre la sua vita, analizzandola nei pro e nei contro, ma si rivela essere un vero e proprio romanzo distopico, ambientato in un futuro alternativo, dove l’intera vicenda si alterna non solo tra passato e presente, ma anche tra sogno e realtà, tra ricordo vero e fittizio; tra colpi di scena inaspettati e misteri, fino ad arrivare all’epilogo che, proprio come dice la trama in copertina, é tutt’altro che scontato.

Sulla trama non voglio entrare nello specifico per non svelare troppo, ma vi posso dire che ne sono rimasta piacevolmente sorpresa e l’ho trovata strutturata in maniera molto interessante, diversa da altri libri che ho letto.

Questo romanzo potremmo considerarlo quasi esclusivamente un intero flashback, e sapete quanto io apprezzi questo espediente narrativo, soprattutto se, come in questo caso, é così ben gestito.

I salti temporali e l’alternarsi tra sogno e realtà é davvero ben reso e, una volta entrato nel giusto ordine delle idee e capito come si snoda la vicenda, il lettore non ha alcuna difficoltà a destreggiarsi tra questi continui cambi temporali.

Protagonista principale é Lorenzo De Marchiun uomo di settantanove anni, solo e triste che si incolpa di essere stato assente nella vita dei suoi famigliariLa coscienza di Lorenzo, però, é tormentata anche dai fantasmi di un passato che sembra vederlo coinvolto in un misterioso delitto.

Dopo una caduta dalle scale, mentre é in punto di morte (come vi accennavo poco fa)Lorenzo ripercorre alcuni avvenimenti della sua vita privata e, alternandosi al suo alter ego C’era una volta, ci porta anche a cercare di capire cosa é successo a lui e ai suoi compagni in una miniera di manganese in Val Graveglia.

Lorenzo, e con lui C’era una volta, é un personaggio particolare: ben reso nella sua complessità e molto sfaccettato. Ho trovato interessante come, pur trattandosi della stessa persona, ci siano alcuni tratti caratteriali e dei comportamenti che permettono al lettore di distinguere le due personalità (se così vogliamo chiamarle).

Oltre a Lorenzo, ci sono anche altre figure che gli ruotano attorno, anch’esse ben caratterizzate, nonostante si tratti di personaggi secondari che sì, svolgono un ruolo importante, ma restano comunque sullo sfondo.

Come vi dicevo, conoscevo già lo stile di Daniele Naselli, perché gli scorsi anni ho avuto modo di leggere le sue due precedenti pubblicazioni (QUI e QUI le recensioni), quindi sapevo l’avrei apprezzato anche in questo caso.

La sua é una scrittura semplice ma particolare e accattivante allo stesso tempo, sempre in grado di catturare il lettore, trasportandolo al centro della vicenda.

Il romanzo é scritto principalmente in prima persona e, vista la particolarità della trama, temevo, proprio in conseguenza all’uso di questo espediente, che non sarei stata in grado di comprenderne alcuni risvolti, ma così non é stato.

In primo luogo grazie all’alternarsi con la terza persona, che aiuta a distinguere il contesto dei fatti narrati e, in secondo luogo, grazie al gioco di flashback e racconto onirico, al continuo susseguirsi di fatti reali e di “fantasia”, tra sogno e ricordo.

Il lettore, proprio attraverso questo questo scambio tra prima e terza persona, riesce a comprendere ancora di più il punto di vista, ma anche le emozioni di Lorenzo.

É infatti Lorenzo il cardine dell’intera vicenda, ecco perché é corretto che sia proprio lui a raccontare, secondo la sua personale ottica.

Descrizioni e dialoghi si amalgamano bene al resto della narrazione, dando vita ad un ritmo particolare e coinvolgente, fatto di alti e bassi, di momenti più lenti e altri concitati.

C’ERA UNA VOLTA LORENZO si é rivelato una lettura interessante e diversa dal solito, che mi sento di consigliarvi se cercate un romanzo ben scritto e che si scosta da quella che é la consuetudine narrativa di quest’ultimo periodo.

21/02/23

Ho appena scoperto che una poesia di Vivian Lamarque inizia come il mio Lorenzo.

È una grande soddisfazione sapere di aver pensato qualcosa di simile a un pensiero di una delle migliori poetesse italiane viventi.

Ora però mi sorge il dubbio… avrò mica copiato?

21/10/23

Per finire anche una bella intervista…

A quando il prossimo libro?

Se fossi uno scrittore sotto contratto proverei a programmare tutto prima, perché per vivere avrei bisogno di pubblicare nei tempi imposti e seguendo i canoni richiesti dal mercato e da chi paga il mio lavoro. Ma essendo io un impiegato che si guadagna da vivere con altro posso permettermi di scrivere seguendo le regole dettate dal mio progetto. Voglio dire che quello che appare un deficit, ossia il non essere uno scrittore professionista sotto contratto, è per me un punto di forza. Io posso anche impiegare 10 anni per scrivere un libro, addirittura 30 come nel caso di ben due delle mie tre pubblicazioni. Non devo scendere a compromessi per seguire un metodo che non sento mio e che non è nemmeno detto porti al successo dell’operazione. Quindi, se per uno scrittore professionista buttare un numero imprecisato di stesure di un testo completo, perché questo non si è trasformato nel libro che doveva diventare, è un insuccesso, per me è invece una parte del processo creativo che alla fine, forse, originerà il libro. Parto da un’idea, schematizzo personaggi, capitoli, trama. Studio il contesto, eccetera. Ma non ho regole ferree, a parte una linea di coerenza da seguire che abbia lo scopo di arginare la creatività per non farle sovrastare la credibilità di quanto scritto. La fase di progettazione per me è lo stesso scrivere, anche perché dovendo rubare tempo a tutto il resto per “scrivere”, non lo posso sprecare in qualcosa che non sia davvero “scrivere”. Pur sapendo che quanto sto scrivendo andrà buttato dopo che avrò rimesso mano sul quel particolare capitolo, una volta che avrò creduto definitivi altri capitoli. Una, due, cento volte. Inoltre, dopo C’era una volta Lorenzo, sento la necessità di afftrontare qualcosa di diametralmente opposto. Il metodo che ho approfondito negli ultimi anni, ossia la creazione di un testo lavorando sulla scomposizione della storia in frammenti, mi ha portato alla ricerca di linearità. Ho una serie di tasselli scomposti, ne ho scritti alcuni, altri li dovrò scrivere, poi dovrò allinearli. Per chi avrà interesse, ci risentiremmo tra un numero imprecisato di anni.

E per il momento non ho altro da aggiungere

buona lettura

D.

Daniele Naselli, classe 1973, vive a Pieve Ligure nel Golfo Paradiso con la moglie e i due figli. Laureato in Economia Marittima, è impiegato nel settore del commercio. Appassionato di musica e letteratura, negli anni ‘90 del secolo scorso ha realizzato con alcuni amici il primo sito web dedicato a Lucio Battisti, il www.luciobattisti.net

Il suo giallo ironico del 2019, L’incredibile storia di Marrazzo che non credeva ai fantasmi, è stato finalista della seconda edizione del concorso Romanzi in cerca d’autore di Passione Scrittore in collaborazione con Mondadori Store e Kobo Writing Life.

Del 2020 è il thriller Frammenti di razionale confusione, con il quale ha sperimentato la narrazione scomposta.

Tra i diversi racconti pubblicati ricordiamo il noir La ragazza della cisterna di Ponte Vecchio, contenuto nella raccolta Corde, delitti e altri misteri degli Autori Solidali e Il racconto di un piccolo cane, che fa parte dell’antologia Letteratura per il nuovo millennio.

Con C’era una volta Lorenzo è entrato nella rosa dei finalisti della sesta edizione dell’iniziativa letteraria Fai viaggiare la tua storia, organizzata da Libromania con la collaborazione di De Agostini Libri.

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Pubblicato da lincredibilestoria

Sono nato a Genova nel 1973 e sono sempre vissuto a Pieve Ligure, nel Golfo Paradiso, dove tuttora vivo con mia moglie e i miei due figli. Laureato in Economia Marittima e dei trasporti sono impiegato nel settore del commercio. Appassionato di musica e letteratura, negli anni 90 ho realizzato con alcuni amici il sito web www.luciobattisti.net, ossia il primo sito web dedicato a Lucio Battisti, purtroppo oggi non più attivo. Il mio primo romanzo “L’incredibile storia di Marrazzo che non credeva ai fantasmi” (LFA Publusher, 2019) è stato finalista della seconda edizione del concorso “Romanzi in cerca di autore” realizzato da Passione Scrittore in collaborazione con Mondadori Store e Kobo Writing Life. Il secondo, “Frammenti di razionale confusione” (New-Book Edizioni, 2019), uscito nel solo formato digitale, è menzionato speciale del secondo Concorso Letterario New-Book Edizioni. Nel 2020 un mio racconto dal titolo "Vicoli" viene incluso nella collana "Racconti liguri. Vol. 2" (Historica Edizioni EAN: 9788833372013) grazie al concorso indetto dalla Historica Edizioni "Racconti liguri 2020". Il primo volume dell'antologia "Un Natale Horror 2020" (ISBN 9798581288856 - letteraturahorror.it) contiene un mio racconto dal titolo "Alcune distrazioni". Nella raccolta "Corde, delitti e altri misteri" (ISBN ‎ 979-8784705129 - #autorisolidali, dicembre 2021) è incluso un mio racconto dal titolo "La ragazza della cisterna di Ponte Vecchio". "Il racconto di un piccolo cane" appare nell'antologia "Letteratura per il nuovo millennio" (ISBN 978-88-946367-8-9 - QUIA Edizioni, giugno 2022). "Storie di treni, di stazioni e di esplosioni" è inserito nella raccolta della ivvi.it "Scrittori italiani, libro rosso" (settembre 2022). Nel novembre del 2022 la Brè Edizioni pubblica "C'era una volta Lorenzo - Gli ultimi istanti di un uomo sbagliato" (ISBN-13 ‏ : ‎ 979-1259702838), finalista della sesta edizione dell’iniziativa letteraria Fai viaggiare la tua storia, organizzata da Libromania con la collaborazione di De Agostini Libri. Dalla collaborazione con il Centro Studi Storie di Jeri, che si occupa di storia locale inerente ai comuni di Bogliasco, Pieve Ligure e Sori, nasce la pubblicazione del saggio "La favola del castello di Pieve Ligure" nel XV Volume dei Quaderni di Storia Locale (Novembre 2023). La giuria del Premio Letterario Internazionale Casinò di Sanremo Antonio Semeria ha scelto il racconto "Dall’alba al tramonto" per essere inserito nell’antologia dedicata al centenario calviniano dal titolo Camminando sul sentiero dei nidi di ragno (De Ferrari, EAN 9788855036320, Dicembre 2023).